Dilemmi creativi e giuridici
Una nuova realtà stravolge gli equilibri del diritto d'autore: l'Intelligenza Artificiale (AI) produce delle Creazioni Artificiali (CA). Cosa può e deve cambiare?
Iniziamo il 2021 con una domanda: chi sarà il protagonista dei prossimi 3 anni nella storia dell'umanità?
I cambiamenti climatici, i nuovi virus, capaci di mettere in ginocchio l'economia e la salute mondiale?
Forse nessuno di questi.
Più probabilmente l'AI, acronimo di Intelligenza Artificiale, la nuova frontiera del nostro sapere, della predizione, della creatività.
Di AI ne abbiamo sentito parlare spesso, connotandola di tratti negativi, come fosse una sorta di grade fratello capace di controllare e indirizzare le nostre scelte e i nostri pensieri.
Ma AI è anche un potenziale nuovo generatore di sapere e di soluzioni, come tali proteggibili.
Di questi temi si occupa il bellissimo scritto "Diritto di autore 4.0. L'intelligenza artificiale crea?" scritto da Laura Chimienti ed edito da Pacini Giuridica.
Premessa doverosa: un libro giuridico potrebbe stonare in questa rubrica. Invece, proprio perché tratta il cuore del problema AI, è utilissima la lettura anche per i manager che operano nelle imprese.
Infatti l'autrice, che vanta anni di studio e lavoro sulle tematiche del diritto d'autore e dei diritti che scaturiscono dalla creazione di un'opera dell'ingegno, affronta il tema partendo dal centro.
L'atto creativo è riconoscibile all'AI?
L'AI ha personalità giuridica, requisito essenziale per il riconoscimento di diritti in capo al prodotto del suo "ingegno"?
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