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03/02/2021

digital

Come il workforce management garantisce la continuità operativa delle imprese

Marco Cavallini (Youco): con le nostre soluzioni di proximity l'azienda ha il controllo totale della sicurezza della sua forza lavoro sul territorio

La pandemia ha messo molte aziende davanti al problema di come organizzare i propri team operativi in sede e sul territorio, rispettando il distanziamento. Non è infatti possibile ipotizzare di interrompere molte attività che richiedono spostamenti come, per esempio, le manutenzioni. E le squadre dovevano muoversi non solo in sicurezza, ma anche operare al meglio. La risposta a queste problematiche è arrivata da un'azienda italiana. Ne abbiamo parlato con Marco Cavallini, fondatore e Ceo di Youco.

Partiamo da Youco: come vi definite?

Youco può essere definito un laboratorio tecnologico innovativo. Costruiamo prevalentemente soluzioni su misura per i nostri clienti, cerchiamo di capire quali sono le esigenze del loro mercato, quali sono le problematiche e con quale tecnologia possono essere risolte.

La nostra specializzazione ruota intorno al mondo della mobility, con una forte vocazione verso il mondo del workforce management e a tutto ciò che serve per gestire e organizzare la forza lavoro sul territorio.

Mai come in questo periodo, con la pandemia, abbiamo capito che questa gestione va cambiata.

Cosa è successo?

Sono nate nuove problematiche, legate alla sicurezza e protezione del dipendente, nonché protezione del cittadino in generale. Sono tematiche organizzative, anche perché molte attività venivano svolte in coppia e con il COVID-19 non sempre è possibile. Bisognava trovare delle soluzioni al fine di poter mandare in sicurezza il dipendente perché spesso si lavora in gruppo e anche questo era un elemento di cui tenere conto, soprattutto per gli spostamenti. Youco, grazie alla sua esperienza e ai prodotti semilavorati, ha potuto creare soluzioni che permettessero ai clienti di raggiungere la resilienza. Abbiamo rimodellato le soluzioni per poter tracciare e monitorare i contatti sui mezzi di trasporto, per esempio, capire chi sale sul furgone o sul camion e che tipo di interazione ha avuto con le altre persone coinvolte.

In quanto tempo avete approntato una soluzione di questo tipo?

Già da aprile 2020 siamo stati in grado di gestire le operazioni, prima abbiamo semplicemente gestito le prime fasi dell'emergenza con una soluzione concreta di proximity.

Per chi non è addetto ai lavori, è un sistema simile a quello di misurazione della prossimità che abbiamo nelle auto quando quando parcheggiamo, ma è molto legato alla interazione fra persone. E' un indossabile che può essere usato in vari modi e serve per dare un allarme nel caso di avvicinamento, appunto in prossimità. E' configurabile, si possono definire le distanze a seconda delle esigenze operative. Il tutto viene tracciato in modo anonimo, ma la soluzione, se esistono le condizioni e le autorizzazioni, può essere invece utilizzata per ricostruire il percorso in caso di necessità e capire con chi si è entrati in contatto.

L'obiettivo era la salute, prima di tutto, anche perché un dipendente in salute garantisce la continuità operativa.

Questo è l'obiettivo. Bisogna tenere conto che la continuità operativa in emergenza non era qualcosa di scontato. Le aziende devono anche giustificare questi investimenti e la soluzione include tutta una serie di funzionalità particolarmente interessanti. A titolo di esempio, il "man down" è un sistema di allarmistica nel caso in cui succeda qualcosa di grave al lavoratore, utile proprio perché si manda sul territorio una persona sola e non più una coppia o una squadra.


In questo modo, l'azienda ha il controllo totale della sicurezza e quindi si può anche programmare un intervento tramite il singolo pur monitorando.

Il livello di consulenza, in questi progetti, quanto conta?

Moltissimo. Abbiamo un laboratorio tecnologico che permette di testare e creare valore dalle tecnologie. Questo si riversa in ogni progetto, perché fin dalle fasi iniziali, dove c'è uno studio di ingegnerizzazione e di analisi delle esigenze e dei requisiti, siamo focalizzati alla risoluzione del problema che ci viene posto. Non ci limitiamo a una vendita di una soluzione o di un prodotto, ma studiamo insieme al cliente quella che potrebbe essere la sua soluzione in rapporto alla tecnologia, che potrebbe vedere impiegato un prodotto di Youco o di terze parti. Sono molte le tecnologie a disposizione tra cui scegliere e con un'offerta così ampia il valore della cosnulenza e conoscenza è determinante per raggiungere lo scopo del cliente.

Grande attenzione alla ricerca e sviluppo.

C'è tanta innovazione, ma soprattutto bisogna coprire quel gap che oggi c'è sul mercato come soluzioni commerciali e individuare quelle necessità che non sono in grado di coprire.


Non è solo un vantaggio tecnologico o opportunità di business, ma valore aggiunto che come Youco possiamo portare ai clienti.


Cosa bolle in pentola per il 2021?

Mi piace sognare che siamo agli albori del prossimo boom economico per il nostro Paese, un po' ricordando quello che sono stati gli anni '50 e '60. Mi piace sognare che il Recovery Plan possa essere una sorta di piano Marshall del nuovo millennio e per questo ho delle grandissime aspettative. L'Italia ha un gap tecnologico digitale a livello culturale da colmare. Youco è un'azienda di persone appassionate alla tecnologia che ha costruito il proprio know-how intorno all'innovazione e siamo pronti a cogliere le opportunità del futuro. Abbiamo tutte le capacità e le carte in regola per contribuire fortemente in questo cambiamento del Paese e mi aspetto tanto dal punto di vista di quella che chiamiamo la rivoluzione digitale. Bisogna aiutare le aziende, ma anche gli enti pubblici e tutto il mondo dei servizi verso il cittadino a rinnovarsi e digitalizzarsi. Oggi le aziende si stanno domandando come rivedere il proprio processo di interazione con gli stakeholder e quindi stanno studiando le piattaforme di business digitale che possano aiutarle nell'interazione fra fornitore e cliente.


Le tecnologie ci sono, spesso manca una visualizzazione in 3D, una user experience moderna ed efficace. Penso alla realtà aumentata come una tecnologia destinata a cambiare le prospettive e trasmettere, in un contesto digitale, il valore del prodotto e della soluzione perché il tema della manutenzione/assistenza è diventato importantissimo.


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