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03/03/2021

idee

OCSE: frena la crescita del PIL nel quarto trimestre del 2020

Tra le principali sette economie, il calo del PIL è stato compreso tra -3,5% negli Stati Uniti e -9,9% nel Regno Unito. Notevoli cali del PIL si sono registrati anche in Francia (-8,2%) e in Italia (-8,9%)

L'economia mondiale ha subito l'ennesima frenata, e i Paesi più industrializzati ne hanno subito i contraccolpi. Dopo i ribassi senza precedenti nella prima metà del 2020, dovuti alle misure di contenimento del COVID-19, e l'ampio rimbalzo nel terzo trimestre, la crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale nell'area OCSE è rallentata allo 0,7% nel quarto trimestre del 2020, secondo stime provvisorie dell'ente internazionale.
Per le principali sette economie nel complesso, la crescita del PIL è rallentata allo 0,8% nel quarto trimestre del 2020, con andamenti piuttosto divergenti tra i Paesi. Va ricordato che la Cina non fa parte dei Paesi OCSE.
La crescita del PIL è rimasta positiva in Giappone (3,0%), Canada (1,9%), Stati Uniti e Regno Unito (1,0% in entrambi i Paesi) e Germania (0,1%). Nelle altre principali sette economie, Italia e Francia, il PIL è sceso (rispettivamente -2,0% e -1,3%), dopo i forti rimbalzi nel trimestre precedente (16,0% e 18,5% rispettivamente).
Nell'eurozona e nell'Unione europea, il PIL si è contratto nel quarto trimestre del 2020 rispettivamente del -0,6% e -0,4%, dopo i rimbalzi del 12,4% e dell'11,5% nel trimestre precedente.

Pesa sicuramente la seconda ondata della pandemia, che sta mettendo a dura prova le economie, soprattutto in Europa, dove i lockdown si sono fatti più stringenti.
Per il 2020 nel suo complesso, il PIL è diminuito del -4,9% nell'area OCSE, che è il calo più grande mai registrato (dal 1962). Quasi tutti i Paesi hanno dovuto far fronte a un calo del PIL nel 2020.
Tra le principali sette economie, il calo del PIL è stato compreso tra -3,5% negli Stati Uniti e -9,9% nel Regno Unito. Notevoli cali del PIL si sono registrati anche in Francia (-8,2%) e in Italia (-8,9%).
Il nostro Paese si piazza agli ultimi posti della classifica e per il 2021 si prospetta una situazione di protratta difficoltà, con la fine del blocco dei licenziamenti, che andrà ad impattare duramente anche sul tasso di disoccupazione.
Ci vorranno misure imponenti per invertire la tendenza, come un grande piano di opere pubbliche e di riammodernamento delle infrastrutture, che potrebbero far da volano per la crescita del Pil. Il problema sarà la volontà politica delle scelte di indirizzamento. Riuscirà il governo Draghi nell'impresa?
 

Oscar Leoni

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