La parità di genere non è una priorità per la maggioranza delle organizzazioni mondiali
Bridget van Kralingen (IBM): dovremo trovare soluzioni innovative e duplicare gli sforzi per generare un cambiamento significativo e di lunga durata, che possa aiutare tutte le donne a raggiungere pienamente il proprio potenziale
Nonostante l'accresciuta consapevolezza delle sfide che le donne devono affrontare sul posto di lavoro nel contesto della pandemia COVID-19, la parità di genere non è ancora una priorità assoluta per il 70% delle imprese globali, secondo i professionisti intervistati. Lo studio illustra anche le azioni che possono favorire un cambiamento di rotta significativo, oltre che i consigli di aziende che considerano l'inclusività di genere una delle loro priorità .

Lo rivela lo studio globale dell'IBM Institute for Business Value (IBV) "Donne, leadership e opportunità mancate", che fa seguito ad un'indagine pubblicata nel 2019 su temi analoghi. La survey mostra anche una riduzione della presenza di ruoli di leadership nella popolazione femminile. Rispetto al 2019, nel 2021 un numero inferiore di donne intervistate ricopre ruoli di apicali, come vicepresidente senior, vicepresidente, direttore e manager.
"I dati rivelano che molte donne leader stanno affrontando un periodo particolarmente sfidante. E' necessario dunque intervenire in modo rapido per evitare che la situazione peggiori", ha affermato Bridget van Kralingen, senior Vice President, global markets, IBM and senior executive sponsor of the IBM Women's Community. "Dovremo trovare soluzioni innovative e duplicare i nostri sforzi per generare un cambiamento significativo e di lunga durata, che possa aiutare tutte le donne a raggiungere pienamente il proprio potenziale".

Lo studio evidenzia anche un diffuso senso di stanchezza e ridotto ottimismo tra i dipendenti a causa dell'inefficacia delle azioni intraprese nel far fronteggiare il gender gap. Solo il 62% delle donne intervistate (in calo di 9 punti percentuali rispetto al 2019) e il 60% degli uomini intervistati (in calo di 7 punti percentuali rispetto al 2019) prevedono che la propria organizzazione introdurrà misure significative per raggiungere la parità di genere nei prossimi cinque anni.
All'incremento dei programmi non corrispondono maggiori progressi
Secondo lo studio, rispetto al 2019 sempre più aziende stanno avviando programmi volti a migliorare l'equità e l'inclusione di genere, come gli screening gender-blind e il congedo parentale per le donne. Tuttavia, queste azioni sembrano non essere particolarmente efficaci per ragioni di mentalità e resistenza culturale, che non si sono evolute a sufficienza.
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