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07/04/2021

economia

Azionario: il 2021 continuerà a premiare gli investitori?

Richard Flax (Moneyfarm): se il 2020 è stato l'anno dei cosiddetti titoli "growth", molti nel settore tecnologico, il 2021 ha visto finora uno spostamento verso i settori "value"

Quando pianifichiamo per il futuro, ci sono sempre una miriade di fattori da tenere a mente.
In questo aggiornamento di mercato ne esploreremo alcuni per agevolare una migliore comprensione del nostro processo decisionale e dell'impatto che le nostre scelte potrebbero avere sui portafogli nei prossimi mesi.
Non è infrequente che i mercati finanziari si lascino ossessionare da un singolo dato.
La scorsa settimana è stato il turno del tasso di interesse sui titoli di stato statunitensi a 10 anni.
Il rendimento dei Treasury è aumentato notevolmente quest'anno, spingendo al ribasso i prezzi delle obbligazioni in modo abbastanza netto. La dinamica ha in qualche modo preoccupato gli operatori di mercato, che si chiedono se la Federal Reserve dovrà intervenire per gestire la situazione, andando a rallentare il suo supporto all'economia.
Ma la Fed finora sembra rilassata e l'impatto sul mercato azionario è stato molto sfumato.
I rendimenti obbligazionari sono aumentati, almeno in parte, a causa delle aspettative di una crescita economica più forte del previsto.


Ciò dovrebbe essere di buon auspicio per i profitti delle società e, più in generale, per le azioni. In questo momento l'effetto benefico di una crescita migliore delle aspettative sta superando la preoccupazione per una stretta monetaria e ciò ha permesso ai mercati azionari di performare in modo molto positivo nel 2021.
Una crescita azionaria guidata dalle aspettative economiche ha ovviamente delle conseguenze. All'interno dei mercati azionari stiamo assistendo a un processo di rotazione.
Se il 2020 è stato l'anno dei cosiddetti titoli "growth" - molti nel settore tecnologico -, il 2021 ha visto finora uno spostamento verso i settori "value". Si tratta di imprese con valutazioni migliori e più esposte all'andamento generale dell'economia, le cui prospettive potrebbero migliorare rapidamente in un contesto accomodante.
Per esempio, nel 2020 i titoli growth statunitensi hanno reso circa il 38,5% (in dollari). I titoli value hanno reso il 2,8%. Finora nel 2021 l'indice growth è sceso dell'1% circa, mentre le aziende value sono salite del 10,5%.

Quali sono le conseguenze sui portafogli


Nel breve termine, diciamo nei prossimi sei mesi, la questione è aperta all'interpretazione.


Come reagiranno i mercati finanziari al probabile scenario di una ripresa più forte e di un aumento, forse temporaneo, dell'inflazione? Riteniamo che questo sarà un ambiente abbastanza positivo per le azioni e continuiamo a guardare con favore a un'esposizione ai titoli value nei nostri portafogli più rischiosi.
Ricordiamo che, alla fine dello scorso anno, abbiamo deciso di puntare su questi titoli, ed essi resteranno il nostro focus quando decideremo di aumentare ulteriormente il rischio dei portafogli perché crediamo che né l'inflazione né i rendimenti dei titoli di Stato aumenteranno tanto di più di quanto abbiano fatto finora.
In questo momento l'incertezza riguarda più la sostenibilità della ripresa. Vedremo numeri di forte crescita nel 2021, ma si tradurranno in una ripresa economica più sostenuta nel 2022 e oltre?
Dobbiamo pensare alla sostenibilità della ripresa in termini di crescita economica complessiva e, soprattutto, in termini di miglioramento del mercato del lavoro, riduzione della povertà e transizione da livelli molto elevati di sostegno dei governi all'economia verso un ritorno alla centralità del settore privato.


Dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, le economie dei mercati sviluppati hanno subito registrato una ripresa piuttosto forte. Ma il ritmo della ripresa negli anni successivi è stato piuttosto lento, almeno rispetto agli standard storici. Una ripresa lunga e lenta si è rivelata positiva per le attività finanziarie, ma non si può dire lo stesso per il tenore di vita generale.
Con molto più sostegno del governo durante il 2020 rispetto a 10-12 anni fa, questa volta potremmo assistere a una ripresa più rapida, ma non è ancora chiaro se tutti gli stimoli che abbiamo visto finora getteranno una base solida per la crescita a lungo termine o resteranno solo un importante impulso di breve termine.
Per quanto riguarda l'inflazione, aspettiamo di vedere una ripresa dei tassi di inflazione nel 2021, ma la crescita dei prezzi dovrebbe normalizzarsi in futuro. Questo scenario dovrebbe semplificare la vita alle banche centrali nel tracciare un percorso verso una crescita sostenibile con prezzi relativamente stabili.
Dovremmo anche considerare l'attuale situazione sanitaria. I mercati finanziari ci sembrano mostrare fiducia nel fatto che ci sarà un chiaro percorso verso un ritorno alla "normalità".


In fin dei conti la loro fiducia nella capacità della scienza di risolvere le sfide di Covid-19 finora è stata ben riposta. E questo è alla base delle nostre ipotesi di una robusta ripresa nel 2021.
Certo i dati dall'Europa e dal Brasile, in particolare, indicano uno scenario che invita ancora a qualche cautela. Emergeranno nuove varianti? Il COVID-19 sarà un evento stagionale, che richiede vaccinazioni biennali? Quale impatto potrebbe avere sull'attività economica e sui mercati finanziari?



Dove ci porta tutto questo


Siamo cautamente ottimisti riguardo alle prospettive per gli asset rischiosi come le azioni, quest'anno, anche se vediamo alcune aree in cui le valutazioni e le aspettative sono già piuttosto elevate. Ma nonostante tutto il discorso sul 2021, pensiamo che la partita si giochi sul prossimo anno e oltre. Il 2021 continuerà a premiare gli investitori?
Dipenderà da una sana ripresa del mercato del lavoro, da un'inflazione favorevole, dalle capacità della politica (sia da parte dei governi che delle banche centrali) e da una gestione di successo di lungo termine del COVID-19.


I primi segnali sono senza dubbio incoraggianti.
Mentre consideriamo il nostro prossimo ribilanciamento, ci sono alcune decisioni da prendere. In primo luogo, le azioni possono continuare a registrare una performance relativamente buona? Pensiamo che la risposta sia sì.
In secondo luogo, i rendimenti delle obbligazioni continueranno a salire? Riteniamo che dopo la rincorsa, i rendimenti obbligazionari rimarranno in stallo nei prossimi mesi. Pensiamo che questo sia un ambiente abbastanza positivo.
In termini di rischi, riteniamo che saranno fondamentali i progressi sulla vaccinazione e sul percorso di ripresa economica. Più specificamente, poiché vediamo più segnali di ripresa nei prossimi mesi, pensiamo che il centro dell'attenzione si sposterà al 2022, se vedremo il rimbalzo del 2021 tradursi in una ripresa economica sostenibile nel 2022 e oltre. I primi segnali fanno sperare, ma continueremo a monitorare i dati economici e le decisioni politiche.

Richard Flax, Chief Investment Officer Moneyfarm


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