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21/04/2021

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Effetto Coronavirus molto differenziato sulle multinazionali

Secondo l'Area Studi di Mediobanca la pandemia ha impattato in maniera differente i settori in termini di ricavi e investimenti. In molti casi le quotazioni in borsa sono già superiori ai livelli pre-pandemici

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La pandemia del COVID-19 ha avuto un impatto notevole ed eterogeneo su tutti gli attori dell'economia globale, comprese le grandi multinazionali. Con la Cina già tornata su livelli d'attività pre-crisi, nelle altre aree geografiche i segnali di ripresa intravisti nel terzo trimestre hanno trovato una parziale conferma nell'ultimo scorcio dell'anno, in particolare per i gruppi che vendono soprattutto in Asia. A livello settoriale gli operatori più in difficoltà sono stati i colossi petroliferi, i produttori di mezzi di trasporto e i gruppi della Moda, con riduzione a doppia cifra di ricavi, margini e investimenti e cali anche occupazionali.
In forte crescita le WebSoft, ma anche la GDO e l'industria alimentare hanno saputo approfittare dell'accelerazione impressa dalla pandemia ai cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini di acquisto, più orientate verso le nuove tecnologie.
Gli effetti della crisi sanitaria influenzeranno, con sfumature variabili tra i settori, le performance dei mesi a venire fino al completamento delle campagne vaccinali. E' quanto emerge da un report dell'Area Studi Mediobanca che ha analizzato l'impatto della pandemia sui bilanci annuali 2020 di quasi 200 grandi multinazionali con fatturato annuale superiore a 3 mld di euro, ricavi complessivi pari a oltre 8 mila miliardi e 21 milioni di occupati nel mondo.



2020: i settori trainanti e quelli in maggior difficoltà


Il giro d'affari delle maggiori multinazionali mondiali è mediamente in contrazione del 3,1% rispetto al 2019, con ampia divergenza fra i settori. Si distinguono i gruppi del WebSoft che continuano a crescere (+19,5%), seguiti a distanza dalla GDO (+8,5%), dall'Alimentare (+7,9%), dall'Elettronica (+5,4%) e dalle case farmaceutiche (+3,0%). Le Telecomunicazioni e l'industria dei Pagamenti Digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%), mentre sono in sofferenza i colossi dell'Oil&Gas (-32,9%), i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della Moda (-17,3%) e dell'Automotive (-12,1%).
A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell'area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe; avanzano le cinesi (+11,2%), mentre le europee subiscono il più duro contraccolpo (-14,5%), con le italiane maggiormente in difficoltà (-29,0%) per l'assenza di grandi operatori nella new economy e nell'high tech.

WebSoft, elettronico, alimentare e GDO incrementano il fatturato in ciascun trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019; le Telecomunicazioni e l'Automotive tornano a crescere nel quarto trimestre dopo tre periodi in calo. In contrazione in tutti i trimestri del 2020 le multinazionali delle Bevande e della Moda, i produttori di aeromobili e i colossi dell'Oil&Gas.
Mediamente in calo anche il risultato operativo (MON), che flette del 14,9% sul 2019, per le forti difficoltà dei produttori di aeromobili (ebit negativo), Oil&Gas (-84,6%), Moda (-47,9%) e Automotive (-41,5%). A doppia cifra l'incremento della redditività per WebSoft (+24,7%), GDO (+18,4%) ed Elettronica (+16,9%).
Anche l'ebit margin medio delle multinazionali è in contrazione al 14,7% rispetto al 17,4% del 2019 (-2,7 p.p.). La redditività premia il settore dei Pagamenti Elettronici con l'ebit margin più elevato nel 2020 (28,7%; -5,7 p.p. sul 2019), seguito da quello delle Bevande (27,8%; -3,4 p.p.). Riduzione consistente per l'Oil&Gas (-12,8 p.p., ebit margin al 4%) e per i produttori di aeromobili (-14,0 p.p., ebit margin negativo).
In generale diminuzione anche gli investimenti (-2,0% sul 2019), con importanti flessioni per le multinazionali della Moda (-30,6%), i produttori di aeromobili (-26,4%) e i colossi dell'Oil&Gas (- 25,3%) che hanno reagito alla crisi posticipando i loro progetti per poterli riproporre in futuro in uno scenario normalizzato.



In forte progressione gli investimenti delle WebSoft (+32,3%), seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%) e delle case farmaceutiche (+10,1%). Queste ultime evidenziano anche un incremento del +4,8% nelle spese di ricerca e sviluppo. Aumentano anche gli investimenti dei gruppi dell'Elettronica (+6,7%), dell'Alimentare (+6,1%) e delle Telecomunicazioni (+2,3%).
Nonostante l'importante contrazione nel numero di ore lavorate nel 2020, la generale adozione di misure volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e la ripresa economica in Cina hanno evitato un crollo generale del numero degli occupati a livello mondiale.
La forza lavoro delle maggiori multinazionali è in leggero aumento rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all'espansione dei propri volumi d'affari. Escludendo questo settore, dominato dai colossi statunitensi e cinesi, la forza lavoro complessiva diminuirebbe mediamente dell'1,3%. I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al - 0,9%, i gruppi italiani al -4,0%.




Covid e capitalizzazione di borsa


Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019. In corsa le multinazionali dell'Elettronica (+41,9%) e le WebSoft (+37,4%).
L'annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l'Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta. In calo a doppia cifra le performance di Borsa per i produttori di aeromobili (-25,6%), per i colossi dell'Oil&Gas (-13,9%) e per le multinazionali delle Bevande (-10,1%).


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