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28/07/2021

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Simone Del Bianco (BDO): la sostenibilità sarà un fattore chiave della ripresa

Le PMI italiane con elevato potenziale di crescita hanno mostrato resilienza al COVID-19, continuando a investire e concretizzando i progetti di crescita grazie a nuovi capitali e all'accesso al sistema finanziario europeo

Uscire dalla pandemia più forti di prima. Una sfida che sembra impossibile ma non lo è.
Con il PNRR il nostro Paese ha la concreta opportunità di diventare leader nella circular economy costruendo un ecosistema positivo per far ripartire l'economia adottando una visione nuova e con la carica giusta per riuscire a cogliere le nuove opportunità che si aprono con le decisioni legate al Green Deal Europeo.
Ne abbiamo parlato con Simone Del Bianco, Managing Partner di BDO in Italia in occasione del lancio del Premio Mario Unnia - Talento & Impresa.

Quest'anno il premio è dedicato al tema del Rethink. Come si articola e perché questo concept?


Rethink è un concetto elaborato da BDO, a livello internazionale, per identificare le capacità di reazione che le imprese hanno saputo mettere in campo per fronteggiare gli effetti della pandemia. Un modo efficace per far emergere gli aspetti positivi legati alle sfide di questi mesi.
Ci è sembrato in linea con il principio del Premio Mario Unnia - Talento & Impresa e lo abbiamo declinato per la nuova edizione.


Vogliamo identificare e valorizzare le aziende che nel 2020 hanno reagito con particolare efficacia al difficile contesto macroeconomico in cui ci siamo trovati. Sentiamo l'esigenza di dare risposta ad alcuni quesiti come, ad esempio, se la pandemia avesse riservato delle opportunità che l'impresa deve saper cogliere per ripartire ancora più forte di prima, oppure come le aziende italiane hanno affrontato il 2020 e come hanno saputo coniugare tra di loro la salvaguardia del business e delle persone (React), garantire la resilienza della propria attività (Resilience) e ripartire sulla base di new business model sostenibili (Realise). Da qui l'idea del contest Rethink su cui si articola la quarta edizione del Premio Mario Unnia Talento & Impresa, promosso e organizzato da BDO Italia con il supporto di BPER Banca in qualità di Main Partner, del Partner Ersel, dell'Università di Milano-Bicocca, dipartimento Scienze economico-aziendali e Diritto per l'Economia (Partner scientifico) e in collaborazione con Elite e Borsa Italiana.
L'iniziativa si inserisce in un contesto nel quale le imprese debbono identificare nuove strategie, nuovi modelli di business e nuove opportunità per recuperare gli effetti prodotti dal lockdown.

Il riconoscimento nasce nel 2017 dalla volontà di valorizzare le aziende capaci di visione e sviluppo del proprio talento e quindi di perseguire modelli di crescita sostenibile, creando valore per il territorio e per il Paese.

Voi avete una visione privilegiata sulle PMI che intendono quotarsi. Che periodo è stato quello della pandemia e cosa vi aspettate per il 2021?


La pandemia da COVID-19 ha impattato in modo significativo sul tessuto socioeconomico italiano, colpendo in maniera trasversale tutte le aziende. Nonostante ciò, le PMI italiane con elevato potenziale di crescita hanno mostrato resilienza al COVID-19, continuando a investire e concretizzando i progetti di crescita grazie a nuovi capitali e all'accesso al sistema finanziario europeo, caratterizzato da investitori qualificati che garantiscono credibilità, trasparenza e visibilità. Ci aspettiamo che il 2021 segua il trend degli ultimi mesi del 2020.
Tra le leve della ripresa post pandemia un ruolo centrale lo avrà la sostenibilità, che trova completa espressione nel contest Rethink: le 3 R (React, Resilience, Realise) richiamano direttamente l'attuale ricerca di soluzioni sostenibili e la promozione dell'economia circolare.




Finanziamento delle imprese: quali sono attualmente le forme alternative alle classiche soluzioni bancarie?


Assistiamo ad un fenomeno complesso nel quale il tradizionale canale bancario, grazie anche all'incremento della liquidità sul mercato finanziario, resta una valida opzione sebbene si stia affrontando una fase complessa legata al recovery fund. Per le PMI restano valide due alternative.
Quella dell'emissione di minibond, anche di taglia limitata, che impongono un percorso di maturazione e conoscenza dei meccanismi legati alla quotazione. Aggiungiamo poi l'opzione quotazione al segmento AIM, di cui siamo leader in Italia per processi di quotazione.
Vorrei segnalare infine un tema che sta crescendo nel dibattito: una nuova formulazione dei PIR, verso i quali convogliare una parte del significativo risparmio delle famiglie italiane, ora a scarsissima redditività ma che, concentrata su imprese con una forte capacità di innovazione e vocazione all'internazionalizzazione, potrebbero presentare buone prospettive di ritorno per chi vi ha investito.




Quali sono a vostro giudizio le priorità e le sfide che dovrà affrontare l'Italia con il PNRR?


Il nostro Paese ha la concreta opportunità di diventare leader nella circular economy costruendo un ecosistema positivo per far ripartire l'economia adottando una visione nuova e con la carica giusta per riuscire a cogliere le nuove opportunità che si aprono con le decisioni legate al Green Deal Europeo.
Il PNRR è il cardine di questo progetto, con interventi tesi all'incremento di produzione di energia rinnovabile, al miglioramento dell'efficienza energetica degli immobili, alla promozione di forme di mobilità sostenibile e di opere ingegneristiche a basso impatto ambientale.
La crescita del nostro Paese oltre al fondarsi sulla sostenibilità, deve anche prevedere la trasformazione dell'organizzazione del lavoro grazie all'automazione e alla digitalizzazione per potersi finalmente ritenere un'Italia moderna, con una pubblica amministrazione efficiente, in cui possano operare imprese innovative e sempre più competitive; un Paese tecnologicamente all'avanguardia, con infrastrutture sicure, tecnologicamente all'avanguardia, che sfruttino tutte le potenzialità offerte dalla digital transformation.



Le sfide da affrontare saranno quindi quella di migliorare la resilienza e la capacità di ripresa del nostro Paese, quella di ridurre l'impatto sociale ed economico provocato dalla pandemia, favorire la green e la digital transformation, innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione e infine investire sull'istruzione, la ricerca e la riqualificazione della forza lavoro.

Avete lanciato una ricerca sulla sostenibilità della filiera vitivinicola. Quali sono state le principali evidenze finora emerse e che cosa vi aspettate?


Questo interessante progetto di ricerca che abbiamo avviato in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Management dell'Università degli Studi di Brescia e il consorzio vinicolo di Franciacorta (121 le cantine associate e 15,6 milioni le bottiglie vendute nel 2020) sul tema "Il ruolo delle informazioni ESG nei rapporti tra le imprese vitivinicole e il mondo finanziario", si pone l'obiettivo di sviluppare l'informativa ESG che diventa sempre più determinante per l'accesso al credito, l'attrazione di investimenti e lo sviluppo di nuovi canali di fidanzamento.


Con questa ricerca intendiamo misurare di quanto possa mutare l'attitudine all'investimento in aziende fortemente vocate alle tematiche ambientali e di rispetto dei più alti standard di sostenibilità, divenendo al tempo stesso fattore distintivo e motivo di migliore accesso al credito. Un progetto che nelle intenzioni dei promotori dovrà essere valorizzato all'estero e riproposto in numerose altre figure vitivinicole apprezzate in tutto il mondo.

Quale ruolo pensate possa ricoprire l'informativa ESG in tema di finanziamento per le aziende?


Da tempo assistiamo ad una crescente attenzione da parte di numerosi stakeholder sulle condotte sociali ed etiche delle imprese. Questo conferma come l'impresa e i suoi manager debbano dialogare con una comunità assai estesa di soggetti ai quali non interessa in dettaglio cosa faccia o produca un'impresa, ma quale sia l'effetto sulle condizioni climatiche e sulla salvaguardia ambientale del pianeta. Non vi è dubbio che quanto più un'impresa operi con una sensibilità concreta sulla sostenibilità tanto maggiore sarà l'attrazione che saprà esercitare presso i potenziali investitori.


Nostro compito come BDO e di far maturare questa consapevolezza nelle imprese che serviamo e aiutarle a dare concretezza numerica ad uno sforzo imponente che debbono sostenere.


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