Carcaterra (Anima): Mentre si aspettano le prossime mosse delle principali Autorità monetarie, l’Eurozona si conferma l’area privilegiata in ambito azionario. Anche per Piazza Affari si ritiene che ci sia ancora spazio di crescita
Dopo la Fed è stata la volta della BCE. La Banca centrale europea, in occasione della riunione mensile del 7 novembre, a sorpresa ha deciso di tagliare i tassi di interesse dell’Area Euro di 25 punti base, portando il principale riferimento sul costo del denaro allo 0,25%, nuovo minimo storico. Si tratta del quinto taglio consecutivo dei tassi. A partire dal 1999 la Bce è intervenuta dieci volte, innalzando o abbassando i tassi di interesse: il 2 maggio scorso aveva tagliato di mezzo punto il costo del denaro a 0,5%; lo scorso anno, il 5 luglio, il taglio era stato di 25 punti base.

A spingere in questa direzione è stata la minaccia di una deflazione e la ripresa ancora debole nell’Eurozona, a causa anche del rafforzamento dell’Euro. Del resto, il Presidente Mario Draghi ha precisato come gli indicatori economici segnalino il perdurare di una crescita moderata, sottolineando che serve ancora un forte sforzo per aumentare la competitività e che i governi devono sbrigarsi ad attuare le riforme strutturali in agenda. Ancora, l’inflazione è scesa molto più del previsto, finendo sotto l’1% su base annua; la disoccupazione invece è rimasta ferma al massimo storico del 12% e l’euro ha messo in atto un vero e proprio rally, fino a superare di recente 1,38 dollari. Inoltre, la Bce ha in programma di varare Ltro (operazioni di rifinanziamento) a tre mesi fino al secondo trimestre del 2015 ed è pronta a considerare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere l’Eurozona. Infine la Bce ha confermato la “forward guidance” dello scorso luglio, ovvero che il costo del denaro resterà ai livelli attuali, o ancora più bassi, per ‘un periodo esteso di tempo’. Nel frattempo oltreoceano, la Banca centrale americana, ha rinviato ancora il tapering – ovvero il piano di riduzione di stimoli monetari –, senza fornire però alcuna indicazione su tempistiche e modalità, lasciando aperto il dibattito se agirà all’ultimo entro la fine del 2013 o se la svolta avverrà nei primi mesi del nuovo anno, mantenendo pertanto invariato il programma di acquisto di bond per 85 miliardi di dollari al mese. Inoltre la Fed, per continuare a supportare la crescita economica degli Usa, ha anche lasciato i tassi di interesse vicini allo zero. In più non va dimenticato che a gennaio Ben Bernanke sarà sostituito alla guida della Fed da Janet Yellen. Alla base della posizione della Fed la convinzione che l’economia “continua ad espandersi a passo moderato” e la ripresa immobiliare, uno dei settori più danneggiati dalla crisi del 2008, ha invece fatto nuovamente retromarcia “rallentando il passo nei mesi più recenti”.

MERCATI OBBLIGAZIONARI E VALUTE
Sui titoli governativi italiani continuiamo ad essere positivi in quanto i fondamentali ai margini stanno migliorando, ma non va sottovalutato che l’Italia continuerà ad essere messa ‘alla prova’ dai mercati, in particolare sul fronte della stabilità politica del governo.
Sui nostri fondi obbligazionari abbiamo un modesto sovrappeso sull’Italia, con una preferenza per la curva oltre 3-7 anni. Nel frattempo, tra l’altro, il quinto Btp Italia indicizzato all’inflazione domestica, ha riscontrato grande successo, raggiungendo i 22,3 miliardi di raccolta. Si tratta di un nuovo record per l’emissione quadriennale dedicata ai piccoli risparmiatori, ma che questa volta vanta di aver raccolto molti consensi da parte degli investitori istituzionali, anche esteri. Per quanto riguarda l’asset class degli high yield, nel mese di ottobre, il driver più significativo è stato rappresentato dalle notizie riguardati gli afflussi record nei Fondi High yield americani. Ciò ha preparato il mercato ad un sentiment decisamente più costruttivo per gli ultimi mesi dell’anno.
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