Arriva un vento chiamato APP Economy
Scebba (Icat): Che sia B2B o B2C il brand non si limita a vendere ma diviene elemento del quotidiano connesso ad ogni singola persona in modo esclusivo
Ci evolviamo, liberandoci da rigide connessioni ed evitando di rimanere fermi, chiusi. Respiriamo aria nuova, curiosi e assetati di conoscenza, cerchiamo informazioni sulla nostra professione e sulle nostre passioni, accogliamo nuovi concetti per crescere. Cerchiamo nuovi stimoli e oggi non abbiamo limiti. Questa è l’era postmoderna, dove l’individuo si rinnova e, per farlo, ha bisogno di strumenti.
“L’evoluzione” e “la nascita di nuovi strumenti” sono strettamente correlate poiché la voglia di crescere ci spinge a cercare, inventare, costruire e quindi avanzare in modo naturale creando attorno a noi l’ambiente e i mezzi utili per farlo. Abbiamo quindi ideato una rete per scambiare informazioni alla velocità della luce, tool capaci di decodificarle, accoglierle, manipolarle e condividerle in ogni luogo, in wireless: gli smartphone ed i tablet. Abbiamo ora bisogno di organizzare al meglio i dati e strutturarli in modo utile, divertente, ingaggiante: abbiamo creato le app! E le app non viaggiano da sole, ma vengono coinvolte in un vortice che ruota attorno alle persone e che, come un vento, crea sensazioni, emozioni, reputazione; un vento in movimento che sfrutta la mobilità dei device e degli individui e crea inesorabilmente nuovi panorami, nuovi mercati, sfiorando una rivoluzione dell’economia basata sull’intangibile e nel contempo talmente reale da creare nuovi modelli di business, nuove dinamiche basate su strumenti inglobati in altri strumenti: un vento chiamato App Economy.

L’App Economy racchiude in sé tutti i flussi che ruotano attorno ai device mobili, contenitori di applicazioni, richiedendo nuovi sforzi e la ridiscussione degli elementi di marketing tradizionale che deve necessariamente considerare la mobilità, soprattutto quella mentale, delle persone. Il marketing mobile diviene disciplina in espansione grazie all’analisi dei comportamenti degli individui, dell’interazione tra le “cose” e soprattutto, trattandosi di “mobilità”, delle condizioni d’uso del device stesso. Il canale mobile deve necessariamente essere inserito in un ecosistema che raccoglie tutti i canali disponibili per “comunicare con le persone” e diviene parte di una strategia multicanale dove online e offline si fondono sino a quasi non coglierne più i limiti, creando un\'unica grande percezione emozionante. Chi potrà sapientemente creare tali sinergie e coinvolgere le persone? Le agenzie di comunicazione che, con know how quotidianamente rinnovato, sapranno catturare un individuo che, oggi sempre più, vuole partecipare, costruire e condividere un mondo che soddisfi, egoisticamente, i propri bisogni. Come? Interagendo con il brand, con i suoi contatti, le sue cerchie, follower, friend. In tutto questo le aziende sono fondamentali nello sviluppo poiché in grado di gestire mezzi e partner capaci di creare quello che solo trent’anni fa era considerato fantascienza.
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