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Luglio_2013

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Host 2013: Ho.Re.Ca. e Retail si reinventano per affrontare le nuove sfide

Doughty (FCSI EAME): I punti di consumo attraversano un momento di forte evoluzione, caratterizzato dalla continua nascita di nuovi format e dalla crescente importanza del brand

Nell’hospitality del prossimo futuro vince chi sa reinventarsi. È lo spunto di dibattito che offre agli operatori Host 2013, sempre più osservatorio delle tendenze e delle evoluzioni del mercato, sulla base del confronto e della riflessione sui dati raccolti dalle associazioni di categoria e sui trend individuati dagli analisti di settore. E che nei cinque giorni del Salone internazionale dell’ospitalità professionale, leader mondiale nel settore Ho.Re.Ca. e Retail – in fieramilano a Rho dal 18 al 22 ottobre 2013 – si trasformerà in idee concrete per nuove opportunità di business. A partire dalla rivoluzione che stanno vivendo i punti di consumo (PDC), tra format originali, nuove tendenze lifestyle, innovazione tecnologica e crescente centralità del design. I cambiamenti in atto sono dovuti a mutamenti culturali più che al prolungarsi della crisi: fuori casa i consumatori italiani tendono a essere meno legati alla ritualità del pasto e scelgono con più frequenza di consumare in luoghi e modi non convenzionali.
In parallelo, l’offerta si evolve in termini di occasioni e prodotti, ad esempio con panifici sempre più simili a bar o gelaterie che offrono aperitivi.

In questo scenario, cresce il valore dell’identità di brand: The NPD Group, Inc., tra i principali fornitori mondiali di ricerche di mercato sui consumatori e la vendita al dettaglio e partner di Host 2013, rileva che le visite ai PDC con identità riconoscibili sono cresciute del +1,8% nel 2012 e stima che aumenteranno di un altro +2,7% nel 2013, rispetto a un +0,3% lo scorso anno e -3,2% nell’anno in corso per i PDC privi di brand. Il peso delle “insegne” sul totale continua a crescere e nel 2013 rappresenterà quasi un quinto del mercato, il 19,2%.
Il Rapporto congiunturale FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi conferma che tra la fine del 2011 e il primo trimestre 2013 si è registrata una netta inversione del ciclo di crescita che aveva visto la spesa delle famiglie per il fuori casa aumentare costantemente da 60 miliardi di euro nel 2000 a 64 miliardi nel 2011. Per il 2013 la FIPE prevede un calo della domanda per consumi alimentari fuori casa dell’1,3% al netto dell’inflazione che, tuttavia, non ridimensiona l’importanza della ristorazione nel sistema produttivo nazionale rappresentata da un valore aggiunto di 38 miliardi di euro e da acquisti di beni e servizi (attrezzature, arredamenti, materie prime, ecc.

) per 45 miliardi di euro. Nel complesso, il mercato italiano rimane uno dei più importanti d’Europa: sono oltre 15 milioni i pasti consumati giornalmente fuori casa nel 2012 nei 307.587 esercizi, uno ogni 192 abitanti, una densità che non ha eguali nei principali Paesi europei: di questi, 146 mila bar e 161 mila attività di ristorazione, intese nella più ampia accezione di luoghi di consumo extradomestico di prodotti food. I ristoranti con somministrazione, ovvero con consumo sul posto, sono poco più di 102 mila. La regione con più imprese attive è la Lombardia (47.333), seguita dal Lazio (32.389) e dalla Campania (28.060).
“Parlando di brand, oggi in tutto il mondo, specie nelle economie emergenti, si registra la tendenza ad apprezzare i format europei e in particolare italiani per il loro contenuto di design – commenta Jonathan Doughty, presidente di FCSI EAME – Foodservice Consultants Society International –. Nell’ospitalità i concetti di layout e management si avvicinano sempre più e, nel loro incontro, il consultant svolge un ruolo centrale di trend setter perché aiuta l’operatore a cogliere le evoluzioni e le tendenze.


Un esempio è l’hotel bar, che diventa sempre più momento di aggregazione, ma anche i nuovi stili di consumo dei giovani, sempre più informali e diversificati”.
“Con la crisi si accentua il rischio di ripiegare su soluzioni già percorse e annullare le idee – aggiunge Luciano Cattaneo, Membro del Board FCSI Divisione EAME (Europe-Africa-MiddleEast) – proprio quando è invece essenziale puntare su concetti originali. In Italia abbiamo una tradizione di borghi, con i loro centri, che si prestano come modello ideale per questi nuovi concept: qui è fondamentale il ruolo del Consultant come influenzatore per trarre dalla tradizione spunti che rispondono alle nuove esigenze di consumo. Ad esempio, le cucine a vista anche nei locali breakfast, la nuova vita delle cantine o le opportunità del mondo museale. Ma anche un’evoluzione della convivialità nella direzione dei social media”.

Tiene l’export
Per quanto riguarda i fornitori di macchinari e attrezzature, il comparto industriale delle apparecchiature professionali per catering e ristorazione in Italia, rappresentato da Confindustria CECED Italia, sta risentendo della crisi generale, ma, grazie alla forte proiezione internazionale, conferma la crescita della presenza nei Paesi emergenti e in Nord America.


I Paesi emergenti, in particolare il Brasile, continuano a crescere con tassi che vanno dal +10 al +15% annuo. Dinamiche interessanti si registrano in Turchia e Medio Oriente. Il mercato USA conferma il ciclo estremamente positivo della domanda. L’Europa del centro e del nord mantiene una buona tenuta, mentre rimane incerto l’andamento in Francia e Gran Bretagna e si confermano negative Spagna, Portogallo, Grecia. In complesso, la previsione per l’Europa punta a una leggera crescita in ragione d’anno.
Anche i dati dell’Ufficio Studi di ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affini continuano a rimarcare che la stasi del mercato interno viene compensata sul fronte delle esportazioni, in linea con i segnali che vengono dall’industria nel suo complesso: i dati ISTAT di marzo 2013, resi noti la scorsa settimana, registrano un incremento del +1,6% negli ordinativi totali rispetto a febbraio, grazie soprattutto all’estero (+3,6% contro +0,2% degli ordini interni).


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