Nel dettaglio, il 68% dei lavoratori delle Americhe ha dichiarato che intraprenderebbe un percorso formativo di alto livello per ottenere una promozione nell’attuale azienda; in APAC il dato scende al 66%, raggiungendo, nell’area EMEA, il 48%.
A livello globale, l’approccio alla formazione è notevolmente differente da regione e regione: nelle economie in via di sviluppo, come Thailandia, Messico, Brasile, Indonesia, Portorico e Malesia, si registra una maggiore propensione alla pianificazione di attività formative, mentre questa necessità è meno sentita nelle nazioni più ricche.
La Russia è prima per intensità formativa, con un sorprendente 92% di percorsi formativi pianificati in tutti gli ambiti, mentre le percentuali più basse si registrano in Francia, USA, Svizzera e Svezia.
Tra i lavoratori maggiormente qualificati, quelli più propensi a cercare attivamente di affinare le proprie competenze operano in settori quali Matematica (28%), Engineering e IT (26%), mentre i meno propensi si trovano in ambiti quali Scienze (18%), Healthcare (19%) e Formazione (22%).
La maggior parte dei lavoratori a livello mondiale si sente in possesso delle soft skills più importanti, ma riconosce la necessità di affinarne alcune, tra le quali spiccano il bilinguismo (64%), seguito da leadership/spirito d\'iniziativa (41%) e creatività/innovazione (37%).
È interessante notare che alcuni dei lavoratori più qualificati, noti anche come professionisti STEM (Scienze, Tecnologia, Engineering e Matematica), riconoscono la necessità di alcune competenze specifiche, come il pensiero analitico/critico (80%), la valutazione e analisi situazionale (79%), e la capacità di risoluzione di problematiche complesse (75%). Come nel caso delle soft skills, la maggior parte dei lavoratori appartenenti al gruppo degli STEM ha la percezione di possedere tali competenze.
“I dipendenti in Europa hanno sempre maggiore consapevolezza dell’importanza della formazione professionale e della necessità di sviluppare le proprie competenze al fine di orientare la propria carriera ed essere competitivi in un mercato del lavoro estremamente difficile”, commenta Stefano Giorgetti, Amministratore Delegato e Vice President di Kelly Services Italia. “Anche se per la maggior parte di loro la formazione più desiderabile è quella erogata dalla propria azienda, in quanto si tratta di una formazione centrata sugli elementi reali e pratici dell’attività svolta, è necessario che i datori di lavoro, che vogliono mantenere le proprie risorse e accrescere la produttività in azienda, eroghino una formazione che tenga realmente conto dei bisogni espressi dai lavoratori. Infatti, non bisogna dimenticare che i dipendenti sono sempre più consapevoli di ciò che strategicamente permette loro di investire nello sviluppo del proprio capitale intellettuale e professionale. In Kelly, diamo da sempre grande importanza alla formazione dello staff, con piani annuali che prevedono sia percorsi formativi personalizzati a seconda dei vari ruoli che corsi mirati all’acquisizione o al perfezionamento di competenze più trasversali, dalle lingue straniere a particolari applicativi, senza dimenticare i new media, ormai fondamentali anche per il nostro core business”.
Quel che è chiaro è che le decisioni di carattere personale in materia di formazione e sviluppo professionale sono ora parte integrante dell\'“equazione occupazionale”, e giocano un ruolo importante nel tenere alti il morale, le performance e il livello di retention dei dipendenti.
LE PERCENTUALI PIÚ RILEVANTI NEL CONTESTO ITALIANO
• Il 52% degli intervistati ritiene che sia necessario affinare le proprie competenze per cambiare azienda migliorando la propria posizione, il 50% per cambiare settore e solo il 44% per avanzare all’interno dell\'attuale azienda.
• Secondo il 77% dei lavoratori italiani, l’esperienza sul campo è il metodo più efficace per sviluppare le proprie skills, seguito da formazione continua (per il 64%) e seminari/webinar (27%).
• Il 66% dei lavoratori italiani sta cercando attivamente nuove opportunità formative, o le sta prendendo in considerazione.
• Il 46% degli intervistati appartenenti alla generazione X sta valutando seriamente l\'idea di un\'ulteriore formazione per lavorare in un nuovo settore, contro il 43% della generazione Y e il 42% dei Baby Boomers.
• Per il 60% dei profili specializzati e in possesso di competenze tecniche, la capacità di leadership e lo spirito d\'iniziativa sono doti fondamentali per il raggiungimento del successo.
• È universalmente riconosciuta, trasversalmente in tutti i settori, l’importanza della conoscenza della lingua inglese.
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