I mercati in equilibrio sul filo
Marcialis (Assiom Forex): E’ difficile pensare che la Fed e la BCE siano disponibili a vanificare gli ingenti sforzi fatti. Gli USA faranno una politica “stop and go”, e l’Europa li seguirà a distanza
Mi ricordo i tempi in cui operando sui mercati eravamo spaccati in due fazioni: quelli che scommettevano sul fallimento degli obiettivi di convergenza economica e finanziaria fissati per entrare nell\'euro e quelli che propendevano per la soluzione "politica" che avrebbe permesso comunque all\'Italia l\'ingresso nella moneta unica.
Non erano le nostre virtù nel pareggio contabile che contavano, il peso era davvero economico e quindi politico. Permettere all\'Italia il mantenimento delle svalutazioni competitive e varare una unione monetaria monca era impensabile. Si è trovata una soluzione nella magica cifra: 1936.27, il rapporto di cambio tra lira ed euro. Il resto sarebbe stato fatto da politiche monetarie "germano-centriche" inadeguate per il “bel paese”. Il divario competitivo si è via via allargato per politiche di bilancio dissennate e nessuna capacità di programmazione economica.

La lettura è forse semplicistica, ma forse non troppo distante dalla realtà. Le tensioni e gli squilibri macroeconomici, che prima trovavano uno sfogo nel cambio, si sono accumulati per esplodere con la crisi finanziaria mondiale che, mossa prima dai subprime e poi asseverata dal fallimento di Lehman Brothers, ha costretto a rivedere in modo severo il prezzo del credito. Allora il fallimento sovrano, l\'illiquidità dei mercati, il domino dei fallimenti bancari o le ipotesi di uscita di un Paese dall\'euro erano elementi accademici come la valutazione del rischio estremo, negli ultimi due anni questi fattori sono divenuti cronaca.
Quando il rischio del sistema bancario si è sommato al rischio sovrano, i mercati dei bond governativi da globali sono tornati ad essere "locali".
L\'Italia e gli altri Paesi periferici europei hanno rapidamente indossato la maglia nera, accusati quali bubboni della crescita europea e quindi mondiale.
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