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_Aprile2013

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Il successo nel lavoro è per chi integra relazioni sociali online e offline

Zanella (Adecco): Incrementa la frequenza e la stabilità dei rapporti e permette di approfondire la conoscenza reciproca degli interessi e delle competenze

Quanto più ricche ed integrate sono le relazioni sociali coltivate da chi è in cerca di lavoro, tanto maggiore è la probabilità di trovare un’occupazione e raggiungere un successo professionale, anche attraverso i social media. E’ questa una delle principali evidenze dell’ultima indagine “Il lavoro ai tempi del #socialrecruiting e della #digitalreputation” condotta da Adecco, in collaborazione con Ivana Pais dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Giunta alla terza edizione, la ricerca rivela oggi le ultime tendenze sulle dinamiche dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’era del web 2.0, prima tra tutte il ruolo che i legami personali e le modalità con cui vengono utilizzati giocano nella ricerca del lavoro.
Da cosa dipende il successo nella ricerca di un lavoro? L’elemento distintivo associato a una maggiore attivazione sembra risiedere nel cosiddetto “capitale sociale integrato”, frutto della capacità delle persone di valorizzare la possibile dimensione online delle relazioni sociali, anche di quelle create offline.

Coltivare relazioni in rete, oltre che attraverso occasioni di incontro e contatto nella vita offline, incrementa la frequenza e la stabilità dei rapporti e permette di approfondire la conoscenza reciproca degli interessi e delle competenze anche grazie alla lettura dei post e dei contenuti che si pubblicano. Inoltre, consente di intercettare più facilmente informazioni su offerte di lavoro disponibili”, ha spiegato Silvia Zanella, Marketing & Communication Manager di Adecco Italia.
Le relazioni sociali solo online, invece, consentono agli intervistati di entrare in contatto con persone di status superiore e questo arricchisce il loro capitale sociale, con effetti indiretti sul processo di ricerca del lavoro.
I siti di social network sono il canale la cui efficacia è più legata alla disponibilità di capitale sociale dell’intervistato: il 50% di chi ha trovato lavoro attraverso questo strumento dispone di una rete sociale ricca vs 27% di chi ha trovato lavoro tramite i Centri per l’impiego e 30% delle Agenzie per il lavoro, ma anche 33% di chi si è rivolto alle reti sociali offline (amici e famiglia).


“Questi risultati sono molto interessanti perché mostrano il valore delle relazioni che si stabiliscono e si alimentano attraverso la rete - ha commentato Ivana Pais. In particolare l’uso di social network si rivela molto efficace nella fase di ricerca di un lavoro in quanto consente di facilitare i flussi informativi tra persone già in contatto tra loro, di entrare in relazione con persone chiave nei processi selettivi e di abbattere alcune barriere comunicative rendendo più diretta e veloce la comunicazione”.

I motivi di utilizzo dei canali online 

Quali sono in vantaggi pratici di utilizzare i canali online secondo candidati e selezionatori? Per chi è in cerca di una occupazione il primo motivo di utilizzo della rete risiede nella possibilità di trovare un maggior numero di offerte (44%); seguito dall’opportunità di dare maggiore visibilità al proprio curriculum vitae (38%) e di trovare offerte di lavoro più interessanti (32%) specialmente all’interno delle pagine aziendali. L’utilizzo degli strumenti di recruiting online da parte dei responsabili delle Risorse Umane si lega invece principalmente alla possibilità di allargare il bacino dei candidati (16%) e verificare la completezza e solidità dei curriculum vitae ricevuti (16%), oltre a trovare profili più mirati (15%).

Il 14% dei selezionatori utilizza inoltre i canali online per informarsi sulle relazioni professionali del candidato.

I mezzi più utilizzati per l'incontro tra domanda e offerta

 
Anche nella scelta dei canali e nella percezione della loro efficacia sembra esistere una differenza di vedute e abitudini tra recruiter e candidati. Meglio affidarsi ai canali social o agli strumenti tradizionali per cercare lavoro? A sentire chi un lavoro lo ha già, la formula più efficace è quella di utilizzare un mix di differenti strumenti che comprenda in primo luogo gli annunci online (40%), le agenzie per il lavoro (34%) e la rete di parenti ed amici (32%). Per quanto riguarda i social network, il loro utilizzo è molto diffuso tra i selezionatori che vi ricorrono per uso personale e professionale nell’88% dei casi, mentre è più basso per i candidati il cui utilizzo per cercare lavoro si attesta al 53%. In generale, afferma di essere soddisfatto del ricorso al social recruiting la metà dei responsabili delle Risorse Umane e solo un quarto dei candidati.
Andando ad indagare nello specifico gli strumenti online più utilizzati, Linkedin rimane il canale privilegiato per la ricerca di nuovi profili da parte dei responsabili HR con il 42% delle preferenze, seguito da Facebook (29%) e da Twitter (9%), mentre tra i candidati la ricerca di lavoro in rete avviene prevalentemente attraverso i siti di lavoro (94%), le App (39%), Facebook (30%) e solo nel 26% dei casi tramite Twitter.



Anche rispetto all’efficacia le valutazioni divergono: i selezionatori apprezzano principalmente Linkedin (78% valutazioni positive), seguito dai siti di matching (72%), mentre nei candidati le posizioni sono invertite, con i siti che raccolgono il 70% di valutazioni positive, Linkedin che si ferma al 29% e Facebook, che pure è il più utilizzato, al 20%.

Reputazione digitale

Piena sintonia si riscontra invece sull’importanza della digital reputation. Sia candidati che selezionatori mostrano grande attenzione alla “identità online”: il 70% delle persone verifica le informazioni personali che circolano online “googlando” il proprio nome così come il 77% dei recruiter inserisce il nominativo di un candidato su un motore di ricerca per raccogliere maggiori elementi di valutazione. Proprio a questo proposito i responsabili delle Risorse Umane hanno dichiarato che nel 12% dei casi si sono trovati ad escludere dei candidati per le informazioni che hanno reperito in rete. Un fenomeno degno di nota è la richiesta da parte dei selezionatori di accedere al profilo Facebook tramite la password del candidato, pratica confermata dall’1% dei candidati e dal 5% dei selezionatori.





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