Competitività globale del settore manifatturiero 2013: l’Italia scende al 32° posto
Brambilla (Deloitte) Il nostro Paese perde 11 posizioni dal 2010. I fattori chiave per la crescita sono la disponibilità di talenti, costi energetici, infrastrutture fisiche e logistiche e costo del lavoro e dei materiali
Nel corso dei prossimi cinque anni, i grandi produttori manifatturieri del XX secolo, quali Stati Uniti, Germania e Giappone, dovranno guardarsi le spalle per mantenere intatto il proprio vantaggio competitivo rispetto ai paesi emergenti, come Cina, India e Brasile. È questo quanto emerge dallo studio Deloitte, Global Manufacturing Competitiveness Index 2013, condotto dal Deloitte Global Manufacturing Industry Group in collaborazione con lo U.S. Council on Competitiveness.

Cambio al vertice dell’industria manifatturiera mondiale. E l’Italia?
Dall’analisi di oltre 550 interviste a CEO e senior-executive di tutto il mondo, emerge il consolidarsi della posizione di potere al vertice del panorama competitivo dell’industria manifatturiera mondiale, non più ormai in mano agli Stati Uniti, bensì alla Cina. A conferma di quanto già annunciato due anni fa da Deloitte (Global Manufacturing Competitiveness Index 2010), ancora oggi la Cina si conferma la superpotenza dell’industria manifatturiera e domina la classifica mondiale in base all’indice di competitività . Germania (primo e unico paese europeo nella top10) e Stati Uniti completano la top 3, recuperando delle posizioni rispetto a due anni fa.
L’Italia, secondo le opinioni dei CEO mondiali, perde ben 11 posizioni, raggiungendo la 32° posizione nella classifica mondiale. La sorpresa è Taiwan che, fuori dalla classifica nel 2010, oggi è tra le dieci più grandi potenze manifatturiere, ricoprendo la 6° posizione.Â

Outlook a 5 anni: i mercati emergenti guadagnano terreno a discapito di Europa e Stati UnitiÂ
Oltre ad analizzare l’attuale panorama competitivo globale, lo studio presenta lo scenario di quello che sarà il mercato manifatturiero tra cinque anni. La Cina si confermerà prima potenza mondiale, mentre India e Brasile supereranno in competitività Germania e Stati Uniti che scenderanno rispettivamente al quarto e quinto posto, appena sopra la Repubblica di Corea. Anche Canada e Giappone, attualmente nella top 10, vedranno ridursi il proprio vantaggio competitivo nel corso dei prossimi anni: mentre il Canada perderà solo una posizione in classifica, il Giappone uscirà dalla top 10 e occuperà la 12° posizione.
Oltre alla Germania anche altri Paesi europei vedranno ridurre progressivamente la propria competitività nei prossimi cinque anni. In particolare Regno Unito, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Polonia e Repubblica Ceca vedranno la propria posizione in ribasso.
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