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_Febbraio2013

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Cresce sempre piu’ il prestito tra privati

Sella (Smartika): Il peer-to-peer lending è etico ed efficace, offre una rendita soddisfacente per chi investe e offre un tasso di interesse inferiore agli istituti bancari. Tutto online

In USA e UK è molto diffuso. In Italia sta prendendo piede. Il modello di funzionamento è disegnato per incrociare la domanda e l’offerta di credito in base al profilo di merito creditizio dei richiedenti da un lato, e alla propensione al rischio/obiettivo di guadagno dei prestatori dall’altro. Con soddisfazione reciproca. Ne parliamo con Maurizio Sella, Amministratore Delegato di Smartika.

Quali sono le principali differenze tra crowdfunding e P2P lending?
Anche se si tende a distinguere nettamente i due termini, in realtà il P2P lending è una delle forme più conosciute e realizzate di crowdfunding. Con crowdfunding si indica una forma di finanziamento che può avere differenti finalità ma che è accomunata dal fatto di essere generata su web grazie alla partecipazione diretta di una molteplicità di privati (crowd = folla). E’ una evoluzione, applicata alla finanza, del concetto di crowdsourcing in cui una molteplicità di persone portano il loro contributo di idee e lavoro per realizzare un progetto di utilità pubblica, come può essere Wikipedia o Linux. Il P2P lending è la forma di crowdsourcing più significativa in termini di volumi in cui il finanziatore presta il suo denaro a un altro privato ed è ripagato con rate mensili comprendenti gli interessi.

Esistono anche piattaforme lending, come Kiva.org, che non riconoscono interessi, tipicamente per il microcredito verso chi vive nei paesi più poveri. La forma di crowdfunding che gode in queste periodo molta attenzione è quella reward-based, come Kickstarter.com, in cui si chiede un certo importo per finanziare un progetto (in settori ad esempio come tecnologia, arte, design, moda), documentandolo e presentandolo con una clip, e si riconosce un premio di valore crescente al crescere del contributo dato. Sta iniziando a prendere piede anche un crowdfunding equity a sostegno di iniziative imprenditoriali in cui il finanziatore diventa (piccolo) azionista dell’azienda. Un’ultima tipologia di crowdfunding, per charity ma anche fundraising di sostegno politico (Obama-style), è quella in cui attraverso il web si fanno delle pure donazioni.

Che tipo di mercato ipotizzate per l’Italia, alla luce dell’esperienza internazionale?
A seguito della crisi finanziaria e del conseguente credit crunch proprio a fine 2008 il P2P lending ha iniziato a decollare come canale alternativo di credito. Nato in UK nel 2005 con Zopa sta giungendo proprio ora a una fase di crescita impetuosa.

Per citare solo i due leader di mercato, da inizio attività, la stessa Zopa ha superato i 270 milioni di sterline di prestiti erogati, con un market share nelle personal loan intorno al 2% e negli USA Lending Club ha superato 1,2 miliardi di dollari in prestiti erogati. Il fenomeno si sta diffondendo a livello globale, con siti attivi in 35 paesi diversi, Cina inclusa: nel 2012 sono stati erogati complessivamente più di un miliardo di dollari. E il mondo finanziario non sta più guardando con sufficienza il fenomeno: Zopa ha appena annunciato l’ingresso nel proprio capitale di RIT, l’investment trust dei Rotschild, Lending Club vede nel proprio board John Mack, ex presidente e ceo di Morgan Stanley e Lawrence Summers, ex Segretario del Tesoro USA. E in Italia? Smartika ha iniziato l’attività nel marzo 2012 con l’autorizzazione di Banca d’Italia ad operare come Istituto di Pagamento. In poco più di nove mesi i prestatori Smartika (quasi 5.000) hanno concesso prestiti per oltre 2,3 milioni di euro e l’incasso delle rate dovute nel periodo dai richiedenti (chi ha ottenuto il prestito) è avvenuto con assoluta regolarità. Le possibilità di crescita sono molto buone, dipendono fondamentalmente dalla capacità di farsi conoscere e di assicurare ai prestatori un buon rendimento attraverso una accurata selezione dei richiedenti.

Raggiungere anche noi in qualche anno quote dell’1-2% del mercato dei prestiti personali è un obiettivo ragionevole.

In sintesi, come funziona per il prestatore e come per il richiedente?
Il modello di funzionamento è disegnato per incrociare la domanda e l’offerta di credito in base al profilo di merito creditizio dei richiedenti da un lato, e alla propensione al rischio/obiettivo di guadagno dei prestatori dall’altro. Ogni richiedente prestito viene classificato, in base alla sua storia creditizia e ai suoi dati personali e reddituali, in 4 diverse classi (A+, A, B, C) che identificano il merito creditizio. Questa assegnazione viene fatta durante la compilazione della richiesta, interrogando in tempo reale i credit bureau, e i nostri criteri di accettazione sono severi (solo il 20% delle richieste sono accettate). Il richiedente fornisce poi la documentazione a supporto per un’approvazione definitiva, basata principalmente sulla sostenibilità della rata rispetto al reddito dimostrato. Al prestito partecipano centinaia di prestatori, ognuno fa un microprestito con specifico ammontare e tasso (a un prestito di 5000 euro partecipano mediamente 200 prestatori).


Il richiedente si riconosce debitore verso una moltitudine di prestatori ma ovviamente vede un unico importo da restituire e un unico tasso, che è la media ponderata dei tassi richiesti. Ci penserà poi Smartika a frazionare la rata in tante microrate, ognuna con la sua quota capitale e interesse di spettanza del singolo prestatore. I prestatori invece attivano le loro offerte online indicando importo, durata, rendimento desiderato e tipologia dei richiedenti a cui prestare (A+, A, B, C). Per diversificare il rischio l’offerta viene suddivisa in 50 parti: il prestatore che mette in offerta 5.000 € presterà a 50 diversi richiedenti 100 € ciascuno. A ulteriore protezione del rendimento viene aggiunto un cuscinetto a copertura del rischio, il prestatore presterà quindi a tassi crescenti da A+ a C. L’incontro tra domanda e offerta che determina i tassi avviene quindi sulla piattaforma e Smartika ne è completamente estranea. In primo luogo il sistema trova un suo equilibrio dinamico tra le offerte dei prestatori e l’accettazione o meno dei tassi proposti da parte dei richiedenti. A ciò si aggiungono fenomeni temporanei di sbilanciamento tra domanda e offerta: quando c’è tanta offerta i tassi tendono a scendere in quanto i prestatori abbassano le proprie richieste per poter partecipare al prestito e viceversa i tassi tendono a salire quando c’è tanta domanda.


Entrambi le parti beneficiano del rapporto diretto che si instaura: i prestatori stanno godendo di un tasso lordo medio del 6,8%, i richiedenti hanno ottenuto prestiti a un taeg medio del 25% inferiore a quello medio rilevato da Banca d’Italia ai fini antiusura.

Il ruolo di Smartika e il suo business
Il ruolo principale di Smartika è quello di gestire i flussi di pagamento tra i prestatori e richiedenti. Si preoccupa di gestire la piattaforma in cui si incontrano i prestatori e i richiedenti, di valutare il merito creditizio e approvare le richieste e di gestire il recupero del credito in caso di ritardi. Per tutti questi servizi richiede una commissione a entrambe le parti: l’1% annuale del capitale in prestito ai prestatori, una commissione variabile dallo 0,75 al 2,75% dell’importo finanziato al richiedente più 2 euro di spese di incasso rata. Non ci sono altri costi: il prestatore non ha nessun costo di attivazione e di tenuta, né l’imposta di bollo, il richiedente può estinguere anticipatamente senza alcuna penale.

I vantaggi di Smartika rispetto ai competitor
Smartika segue il modello di P2P lending che si è rivelato vincente nel corso degli anni, quello in cui il prestatore sceglie le tipologie di merito creditizio del richiedente e il sistema si occupa a fare il matching automatico tra offerte e richieste.


All’inizio, e ne esistono ancora alcuni, vi erano siti in cui si andava a scegliere e finanziare una per una le richieste dei richiedenti, sistema che richiede la continua operatività del prestatore ed è quindi più lento, oltre che viziato dal rischio di farsi influenzare da livelli emotivi. Un ulteriore elemento di automatismo è dato dal fatto che le rate incassate, su scelta del prestatore, possono andare direttamente in offerta, aumentando così il volume dei prestiti fatti. Infine, esiste una sorta di mercato secondario, per cui il prestatore che ha bisogno di liquidità può cedere in tempo reale i suoi crediti ad altri prestatori recuperando immediatamente il capitale residuo dei crediti ceduti.


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