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_Novembre2012

economia

Ripresa: una strada lunga, ma con meno ostacoli

Hechler-Fayd\'herbe (Credit Suisse): Il mercato residenziale USA sta migliorando, i fattori di tensione in Europa stanno diminuendo e la Cina si sta stabilizzando

Ricavi solidi negli asset rischiosi; liquidità e titoli di stato “core” ultimi nella performance

Considerando che la fine dell’anno si sta avvicinando rapidamente, gli investitori possono considerare finora il 2012 come un anno di rendimenti azionari molto rispettabili (intorno al 15% sulla base dei principali indici azionari), e la performance delle obbligazioni corporate e dei mercati emergenti è stata solida quanto quella delle azioni, l’oro si è attestato nello stesso campo e il settore immobiliare globale ha evidenziato agevolmente ricavi a due cifre.
La nostra strategia, focalizzata sugli asset rischiosi, ed atta ad evitare l’esposizione eccessiva verso liquidità e titoli di stato core poco remunerativi, quest’anno ha prodotto buoni risultati. Le nostre Top 2012 Investment Ideas sono in territorio ampiamente positivo. Il mondo economico-finanziario su cui si basano queste idee è ancora caratterizzato da una ripresa lenta, da tassi d’interesse molto bassi e da alcuni ostacoli – pur inferiori rispetto a prima – e in questo quadro, a nostro giudizio, sono raccomandabili le seguenti strategie generali.




Oltre la liquidità: titoli di credito a breve scadenza corporate e dei mercati emergenti

La liquidità dovrebbe continuare a essere poco remunerativa (rendimenti vicini allo zero) in gran parte dei mercati sviluppati. Mentre gli spread creditizi hanno registrato una consistente flessione nel corso dell’anno, portando i rendimenti di molte obbligazioni a livelli poco elevati, le obbligazioni corporate e dei mercati emergenti con scadenze corte offrono ancora un rispettabile rialzo dei rendimenti rispetto alla liquidità. I fondamentali creditizi sono solidi e non riteniamo che i tassi di default registreranno un rialzo significativo dai livelli attuali, che sono poco elevati. Continuiamo pertanto a raccomandare i titoli di credito succitati nell’ambito dei nostri investimenti di base, in un quadro che continua a essere caratterizzato da tassi pari allo zero e dall’assenza di rischi. Tuttavia, gli investitori non dovrebbero attendersi ricavi obbligazionari vicini agli elevati ricavi del 2012, ma dovrebbero invece considerare il loro portafoglio azionario quale fonte di flussi di cassa stabili, come avevano già fatto in passato anche per la liquidità detenuta.

La compressione degli spread creditizi potrebbe proseguire ancora, ma visto che molti segmenti vengono negoziati sulle medie storiche o in prossimità delle stesse, le prospettive per il total return saranno con ogni probabilità tra l’1 e il 5% nel 2013. Sebbene, su base selettiva, abbiamo raccomandato delle obbligazioni bancarie e corporate subordinate nel corso di quest’anno, le valutazioni più elevate ci stanno portando a considerare attualmente un’altra classe di titoli ibridi, nello specifico le obbligazioni convertibili. Anche se le obbligazioni convertibili hanno tratto vantaggio dal rally dei mercati finanziari nel corso del 2012, intravediamo del valore nelle obbligazioni convertibili europee. 
 

Azioni con rendimento da dividendi

Le azioni hanno registrato una pausa dopo una fase più lunga di mercati in crescita da metà anno. Il risultato delle elezioni negli USA e le rispettive implicazioni sul prossimo fiscal cilff, oltre che sulla leadership della Fed, hanno determinato negoziazioni all’interno di un range sui mercati azionari, che altrimenti continuano a essere sostenuti da politiche monetarie molto espansive e da un ridimensionamento dei rischi sistemici.


L’analisi tecnica suggerisce che i mercati azionari toccheranno con ogni probabilità nuovi massimi entro la metà/fine del 1Q 2013. I flussi di fondi nelle azioni cresceranno verosimilmente una volta che gli investitori comprenderanno che i ricavi delle obbligazioni corporate e dei mercati emergenti non sono più quelli del 2012. Restiamo pertanto costruttivi sulle azioni. Continuiamo a mettere in evidenza per gli investitori più prudenti le azioni con un rendimento da dividendi quale modalità più difensiva per investire nei titoli azionari.


Investimenti alternativi: scarsa offerta di commodity; oro, selezione nel settore immobiliare e di hedge fund

Tra gli investimenti alternativi, prevediamo che le commodity caratterizzate da un’offerta scarsa registreranno risultati positivi. L’indicazione di una fornitura scarsa è un fenomeno noto come “deporto”. Deporto significa che i prezzi delle commodity per le consegne future presentano uno sconto rispetto ai prezzi a pronti correnti. Attualmente, esempi in tal senso sono il Brent, il mais o i semi di soia. La situazione dell’offerta relativa varia naturalmente nel corso del tempo a fronte, ad esempio, della costituzione di scorte, e pertanto consigliamo strategie flessibili che sovrappesino sistematicamente i mercati che presentano un deporto per sfruttare la performance relativa alle commodity nel quadro attuale.


Riteniamo inoltre che oro e settore immobiliare trarranno vantaggio dai tassi d’interesse poco elevati e intravediamo del potenziale al rialzo per entrambi.
Favoriamo in particolare il settore immobiliare USA e i REIT asiatici. Il nostro barometro degli hedge fund resta in territorio positivo e in questa classe d’investimento prediligiamo gli stili direzionali.


Il cambio EUR/USD raggiungerà la fascia superiore del “range” 1.25–1.35; valute asiatiche in rialzo

A fronte di differenziali tra i tassi d’interesse ampiamente immutati, i principali cambi sono rimasti fermi nei rispettivi range di negoziazione generali, fatta eccezione per l’euro, che ha tratto vantaggio in modo significativo dal ridimensionamento del premio di rischio in Eurolandia. Non prevediamo che la Banca centrale europea taglierà i tassi target da questo livello. I tassi sui depositi a vista sono già pari a zero in Eurolandia ed è improbabile che la BCE porti i tassi sui depositi a vista in territorio negativo, come ha fatto la banca centrale danese riducendo ulteriormente il tasso target di rifinanziamento principale.


Ciò sgrava l’euro, che sembra destinato a testare la fascia superiore del range 1.25–1.35. Rispecchiando l’euro, l’USD è generalmente più debole. Prevediamo che il cambio USD/CHF resti al di sotto della parità a seguito dei nostri giudizi sul cambio EUR/USD e di un cambio EUR/CHF stabile. Riteniamo che le valute asiatiche, in particolare quelle dei paesi con surplus delle partite correnti, dovrebbero continuare a evidenziare un trend al rialzo. Il renminbi rientra a pieno titolo tra tali valute.

Nannette Hechler-Fayd\'herbe, Head of Global Financial Markets Research di Credit Suisse


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