Meccanica e subfornitura trainano mercato e occupazione

Secondo l’indagine Senaf nel 2013 fatturato in crescita per oltre 4 imprese su 10 e occupazione stabile. Per i primi mesi del 2014 portfolio adeguato e andamento complessivamente soddisfacente per le imprese

L’andamento aziendale attuale risulta complessivamente soddisfacente per le imprese del comparto della meccanica e della subfornitura, con oltre la metà degli imprenditori che parla di performance aziendale particolarmente positiva e il 37,2% che si dice mediamente appagato; solo l’11,5% è contrariato. Soddisfazione che si può in parte spiegare guardando in prima battuta all’andamento del 2013 e all’apertura del 2014. E’ quanto emerge da un’indagine Senaf presentata in occasione di MECSPE, la Fiera internazionale delle Tecnologie per l’Innovazione (Fiere di Parma, 27 -29 marzo),
Rispetto a tre anni fa il 43,8% delle aziende ha registrato una crescita del proprio fatturato mentre il 26,8% dichiara stabilità. Rimane comunque uno zoccolo duro di aziende (29,4%) che ha indicato un calo di fatturato. Sul fronte occupazione, il numero di addetti nel 2013 rispetto al 2010 si è mantenuto complessivamente stabile (lo afferma il 57,4% delle aziende) contro solo un 17,7% che ha dovuto ridurre i propri dipendenti.
Per quanto riguarda l’esercizio in corso, il 2014 si è aperto per il 58,8% delle imprese con un portfolio ordini giudicato “adeguato” ai propri livelli di sostenibilità finanziaria (contro un 35,8% per cui è insufficiente). Guardando alle attese di fine anno sotto il profilo del fatturato, il 46,2% si aspetta di chiudere con una crescita, il 46,1% si aspetta stabilità, mentre si prospetta un calo solo per il 7,7% delle imprese. Stesso andamento anche per l’occupazione: nei prossimi 12 mesi, ben l’80,1% dichiara di voler mantenere stabile il numero di addetti, contro un 16,3% che prospetta incrementi e solo un 3,5% che prevede cali.
Non ci sono dubbi anche sul futuro del mercato in cui si trovano a operare le singole aziende: per il triennio 2014-2016, solo il 13,6% si aspetta una contrazione del mercato contro un 46% apertamente convinto del suo sviluppo e un 40,5% che crede non ci saranno grosse variazioni rispetto all’andamento attuale.

7 aziende su 10 esportano i propri prodotti e servizi

Sul fronte dell’export, circa 7 imprese su 10 dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile. Se il 24,3% dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, c’è comunque un 17,1% che supera il 46%. Chi esporta punta verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (85,7%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (41%). Circa il 18,1% esporta in Russia, mentre il Nord America è un mercato per il 23,8%, l’Asia per il 21,9%, il Medio Oriente per il 19%, il Sud America per il 17,1%, l’Oceania per il 10,5%, l’Africa Settentrionale per il 10,5% e l’Africa Meridionale per il 5,7%.

Principali freni alle imprese

Per le imprese del settore la vita aziendale non è sempre facile. A ostacolare la normale attività e a preoccupare gli imprenditori sono i fattori esogeni, indipendenti dalla volontà imprenditoriali e collegate invece al ruolo dello Stato e della Pa nella vita produttiva. Per il 74,4% il primo fattore di criticità è la macchina della burocrazia, seguita dagli aspetti fiscali (65,6%) e dall’incertezza normativa (55,9%). Per il 52,4% sono invece i tempi giudiziari in casi di controversia a rallentare la vita aziendale: aspetto che è indicato come estremamente critico dal 40,3% degli imprenditori. A preoccupare un’impresa su due i prezzi di vendita e la concorrenza del mercato.
Destano meno preoccupazione invece altri fattori importanti per la vita aziendale. Il costo del lavoro è indicato come aspetto critico dal 39,9% degli imprenditori, seguono la difficoltà nel farsi pagare (31,8%), i tempi di pagamento (29,8%) e il costo dei fattori produttivi (26,9%). L’accesso al credito è un altro aspetto che non sembra preoccupare gli imprenditori (22,3%).

Pagamenti puntuali e buon accesso al credito

Sul fronte dei tempi di pagamento, nonostante il 64,8% dichiari di incassare i propri crediti mediamente dopo 90 giorni e oltre (il 14,5% supera i 120 giorni), la maggior parte dei pagamenti (83,7%) avviene in maniera puntuale (41,1%) o non oltre i 30 giorni dalla scadenza pattuita (42,6%). Solo il 16,3% supera questa soglia.
L’accesso al credito, come già evidenziato, è ritenuto un fattore non particolarmente critico: su questo fronte, infatti, 8 imprese su 10 dichiarano che rispetto allo scorso anno il rapporto con le banche non presenta particolari criticità con il 34,7% che afferma sia addirittura migliorato. A giustificare queste posizioni, potrebbero essere i tassi di interesse concessi dagli istituti: il 60,4% dichiara di pagare tassi pari al 5% o inferiori, e il 27,4% compresi tra il 6% e il 7%.


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