Un'italiana su due rinuncia al lavoro: un fenomeno da arginare con la riforma del welfare aziendale

Vultaggio (Edenred Italia): dalla nostra esperienza in Italia, Francia e Gran Bretagna i servizi alla persona erogati dalle imprese favoriscono la conciliazione tra vita privata e professionale, rilanciano l'occupazione femminile e incrementano il Pil

In Europa sono più di 650 mila le madri che rinunciano al lavoro per prendersi cura di figli minori, adulti, malati, disabili o anziani a causa dell?inadeguatezza, del costo e della diffusione dei servizi di cura. E in Italia il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d?Europa: solo il 47% delle italiane, infatti, lavora, contro il 60% delle lavoratrici francesi e il 70% delle tedesche.
Il fenomeno della rinuncia femminile all'impiego può essere arginato, in Italia, con l?adozione, da parte delle aziende, di misure di welfare aziendale che mettano a disposizione dei lavoratori dipendenti un ampio range di servizi alla persona, come servizi di baby sitting, lavori domestici, assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti, in grado di favorire la conciliazione tra vita privata e attività professionale, il rilancio dell?occupazione femminile e il reinserimento nel mondo del lavoro.
È quanto emerge dagli studi condotti da Edenred, l'inventore del Ticket Restaurant, in virtù dell'esperienza maturata in Francia con il ticket CESU (Chèque Emploi Service Universel) e nel Regno Unito con i servizi di Childcare.
Con l?Associazione Donne e Tecnologie, impegnata dal 2009 nella valorizzazione del talento femminile nella tecnologia, nell?innovazione e nella ricerca scientifica, Edenred ha offerto in un incontro una panoramica esaustiva sullo scenario, sulle opportunità e sui vantaggi derivati dall'adozione delle nuove misure di welfare privato - come il voucher universale per i servizi alla persona - introdotte di recente nella Legge di Stabilità 2016 e in attesa di decreto attuativo.
"I servizi di baby sitting, lavori domestici, assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti rappresentano bisogni in costante crescita - dichiara Alessandra Vultaggio, Responsabile BU Flexible Benefit Edenred Italia - e sono una sfida per i lavoratori europei, e in particolar modo per le donne. In questo panorama, il Welfare Aziendale rappresenta una risposta valida ed efficace che, da una parte, produce un aumento della produttività per l'azienda e dall'altra migliora il benessere sociale dei lavoratori e delle loro famiglie. È sufficiente dare uno sguardo ai risultati ottenuti in Francia e Inghilterra per capire quanto sia conveniente, per le aziende, i lavoratori e lo Stato adottare strumenti di welfare privato innovativi: 1,4 milioni di posti di lavoro in Francia dal 2005 grazie al voucher universale; 300 mila nuove partite iva e posti di lavoro qualificati su base annua, pari a circa 1 punto percentuale di PIL aggiuntivo; un incremento della produttività pari al 70% e una riduzione dell?assenteismo in azienda".
Per fare un esempio concreto dei vantaggi a favore dei dipendenti che, oltre a favorire il benessere sociale, garantiscono risparmi economici anche all?aziende interessate, si può paragonare una quota erogata tramite welfare e una tramite busta paga. Grazie al cuneo fiscale favorevole, infatti, 1.000 euro erogati sotto forma di servizi alla persona (sussidi per asilo nido, baby sitter o badante, borse di studio, campus estivi, check up medici, pensione integrativa, assicurazione sanitaria, servizi di ricreazione) valgono 1.000 euro per il dipendente (circa il 40% di potere d?acquisto in più) e costano 1.000 euro all'azienda (al netto del recupero IRES e IRAP). Un?erogazione monetaria, al contrario, costerebbe 1.400 euro all'azienda a fronte di un netto al dipendente pari a circa 600 euro.
"Finalmente - commenta Gianna Martinengo, Associazione Donne e Tecnologie e Presidente di Didael KTS - anche nel nostro Paese viene dato un grande impulso al Welfare Aziendale. Un plauso va - in merito alla Legge di Stabilità 2016 - soprattutto alla flessibilità prevista per le nuove misure, grazie alla quale le aziende potranno costruire un carrello di spesa e servizi che incontri le reali necessità dei propri dipendenti. Questa stessa flessibilità, tra l'altro, allargherà il Welfare Aziendale anche alle aziende di piccola e media dimensione".
Il tema è molto caro all'imprenditrice, che da anni si occupa di divulgazione, attraverso convegni e progetti, delle potenzialità delle tecnologie proprio per supportare il Welfare Aziendale, non solo nelle grandi aziende. Basti pensare al progetto "Maggiordomo Digitale: le tecnologie al servizio del welfare" iniziato nel 2012, rivolto alle PMI e tuttora disponibile.
Le misure di Welfare Aziendale sono, quindi, lo strumento - tra gli altri vantaggi - per aumentare il potere d?acquisto dei dipendenti, ottimizzare i costi per le aziende, far emergere il lavoro nero nell'ambito del lavoro domestico, incentivare il lavoro femminile e le politiche di work-life balance, con maggiori introiti per lo Stato.

 


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