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Il commercio mondiale di merci contraffatte vale 338 miliardi di euro

Secondo un rapporto dell'OCSE e dell'EUIPO le importazioni di merci contraffatte e usurpative valgono circa il 2,5% delle importazioni globali. Italia al secondo posto tra i Paesi più colpiti dopo gli USA

Per l'Italia il danno della contraffazione è enorme. Secondo gli ultimi dati disponibili del 2013 il commercio internazionale di merci contraffatte e usurpative ha un valore pari a 461 miliardi di USD (338 miliardi di euro), equivalente al 2,5% degli scambi commerciali a livello mondiale.
Nell'UE questi prodotti hanno rappresentato ben il 5% delle importazioni totali, per un valore fino a 85 miliardi di EUR.
Sono questi alcuni dei risultati principali di una relazione congiunta dell'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) resa nota a Parigi, che presenta un'analisi quantitativa del valore del commercio mondiale di merci contraffatte e usurpative.
Il documento, intitolato "Trade in Counterfeit and Pirated Goods: Mapping the Economic Impact" (Il commercio di merci contraffatte e usurpative: una mappatura dell?impatto economico), stima gli effetti economici della contraffazione e della pirateria sugli scambi internazionali in base ai dati relativi a quasi mezzo milione di sequestri doganali. Secondo le conclusioni dell'analisi i prodotti contraffatti e usurpativi possono provenire da tutte le economie. Nel contesto di tale fenomeno, le economie emergenti svolgono un ruolo importante in quanto produttrici di prodotti contraffatti o zone di transito.
Le merci in questione vanno da beni di lusso e prodotti industriali (quali macchinari, componenti di ricambio o sostanze chimiche) ad articoli di consumo con un impatto sulla sicurezza personale (come prodotti farmaceutici, alimenti e bevande, attrezzature mediche o giocattoli). I contraffattori ricorrono sempre più a piccole spedizioni, in parte per l'aumento del commercio elettronico oltre che per ridurre il rischio e le conseguenze finanziarie di un'eventuale individuazione.
I marchi maggiormente danneggiati dalla contraffazione sono registrati soprattutto nei Paesi membri dell'OCSE e dell'UE, come Stati Uniti (20%), Italia (15%), Francia e Svizzera (12%), Giappone e Germania (8), Regno Unito (4%) e Lussemburgo (3%).
Tuttavia la relazione evidenzia altresì che le violazioni riguardano in misura crescente le economie emergenti, a riprova del fatto che la contraffazione rappresenta un rischio per le società innovative a prescindere dalla loro ubicazione.
I dati analizzati nel documento, forniti dall'Organizzazione mondiale delle dogane, dalla direzione generale della Fiscalità e dell'unione doganale della Commissione europea e dai servizi statunitensi delle dogane e della protezione delle frontiere, tratteggiano un'immagine precisa dell'impatto economico della contraffazione e della pirateria sugli scambi internazionali a livello mondiale.
Secondo il direttore esecutivo dell'EUIPO, António Campinos, "la proprietà intellettuale (IP) genera valore per le imprese e le economie, e l'efficace tutela e applicazione della PI aiutano a promuovere l'innovazione e la crescita economica. Ai governi di tutto il mondo occorrono dati affidabili e oggettivi per poter valutare il pericolo posto dalla contraffazione e dalla pirateria a livello nazionale, dell'UE e internazionale. Questa relazione fornisce loro un contributo per lo svolgimento di tale compito".
La relazione è stata preparata nell'arco di 18 mesi ed è frutto della stretta collaborazione tra l'EUIPO e l'OCSE. Allo stesso tempo l'EUIPO conduce una serie di studi per quantificare l'impatto economico della contraffazione in settori chiave nell'UE.
Qui il report OCSE completo: http://www.oecd.org/governance/trade-in-counterfeit-and-pirated-goods-9789264252653-en.htm

 


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