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Diversità driver di business strategico per le aziende

Marcucci (Top Employers): in questo siamo primi in Europa. Il 71% di imprese italiane impegnate nel valorizzare la diversità, con il 73% di programmi di formazione specifici

C'è un'Italia imprenditoriale che non viene sufficientemente riconosciuta e che è - si può dire con orgoglio - leader europeo. Contrariamente a quanto troppo spesso viene diffuso, e quindi percepito, il nostro Paese è campione nella classifica "diversità". Quella che una volta era vista come una strategia innovativa, ovvero le politiche di inclusione di categorie di lavoratori a vario titolo "diversi" - per cultura, etnia, abilità psicofische, gap generazionali, genere -, oggi è un percorso non solo strutturato e consolidato, ma anche riconosciuto come driver strategico per le aziende.
I recenti dati della ricerca 2018 di Top Employers Institute (ente globale di certificazione dell'eccellenza aziendale a livello HR) fotografano una realtà di politiche di inclusione e percorsi di formazione a diffusione capillare, che mettono le aziende italiane al primo posto in Europa.
Inclusione e diversità rappresentano una ricchezza, anche a livello di business oltre che di immagine, le aziende ne sono ben consapevoli e implementano politiche e percorsi specifici. Confermati dalle cifre.
L'assunzione di persone provenienti da background svantaggiati viene sistematicamente prevista e adottata dal 71% delle aziende certificate Top Employers Italia. Un dato che pone la nostra nazione al primo posto in Europa, un dato sensibilmente virtuoso e ampiamente superiore a quello europeo, che è del 61%.
Queste assunzioni, poi, non rimangono un "gesto isolato", ma rientrano in piani strutturati e definiti di programmi di Gestione della Diversità, adottati dal 69% delle aziende italiane, un dato in linea con la media europea (71%).
L'Italia ritorna in prima posizione in Europa per quanto riguarda i programmi di Formazione dedicati a gruppi specifici di dipendenti, programmi presenti nel 73% delle nostre aziende, a fronte del 69% della media europea.
Infine, una grande attenzione è riservata allo sviluppo delle carriere femminili, con programmi per l'avanzamento fino ai massimi livelli, presenti nel 79% delle aziende italiane e nell'81% delle europee.
"La diversità è una ricchezza, le pratiche e tematiche HR in tal senso si concretizzano con percorsi sempre più strutturati di inclusione, volti non solo ad abbattere talune barriere che possono persistere all'interno dell'organizzazione, ma soprattutto a valorizzare le specificità delle varie capacità delle singole persone. Dal nostro osservatorio privilegiato di pratiche HR assistiamo a un fenomeno di condivisione ed engagement spesso superiore alle stesse aspettative aziendali e a una sempre maggior sensibilità e convinta partecipazione dei vertici HR e dei loro team", osserva Federica Marcucci, Research Project Manager di Top Employers Institute Italia.


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