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Punto e a capo. La novità, l'innovazione e la resistenza dei vecchi modelli

Abbracciare l'innovazione non è una novità nel business. Il problema è la diffidenza

Oggi si parla di innovazione come se fosse una ricetta segreta e del tutto moderna applicata al mondo del business.
Eppure l'innovazione è alla base di tante aziende, ma non da oggi, da sempre.
Rappresenta il fattore competitivo, o il fattore differenziante ed è il motivo per cui le aziende prosperano.
Eppure, negli ultimi anni il tessuto imprenditoriale italiano, e soprattutto i manager, hanno perso quella curiosità e quella voglia di innovare, di essere creativi, di cercare nuove strade e nuove opportunità.
La colpa, principalmente, è stata data alla crisi economica che ha bloccato gli investimenti, oramai la ricerca e sviluppo è l'area più bistrattata nelle aziende italiane, ma la questione non può essere affrontata con una simile superficialità.
Innovazione oggi sembra coniugata solo con il digitale e anche questo è un approccio estremamente superficiale, perché ci può essere innovazione di processo che non necessariamente deve essere digitale.
"Mai lasciare il certo per l'incerto" è un detto che ben si addice alle imprese italiane, grandi e piccole, troppo concentrate a fare funzionare quello che già c'è prima ancora di tentare nuove traiettorie.
L'ansia da prestazione e l'attenzione ai risultati non aiuta, perché investire in qualcosa di nuovo di cui non si conoscono i risultati diventa qualcosa di pericoloso, per la vita dell'azienda e per il futuro del manager.
Quel "è vietato sbagliare" diventa un vero freno all'innovazione, se non già rodata da altri.
Con un pericolo: se altri hanno adottato una soluzione innovativa prima della vostra azienda si trovano in una posizione di vantaggio.
Ha senso perdere terreno?


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