I timori di una recessione sono prematuri
Tobagi (Invesco): la percezione di instabilità del quadro politico di riferimento, può portare ad un rallentamento delle decisioni di investimento e di consumo
Assistiamo a mercati ed economie che, pur restando positivi, danno segni di rallentamento. In Europa questo è anche a causa dell'incertezza per le imminenti elezioni, che potrebbero creare ulteriore volatilità . Ma per ora, niente recessione. Ne abbiamo parlato con Luca Tobagi, CFA Investment Strategist presso Invesco.
Come vede l'andamento macroeconomico di quest'anno?
Il 2019 è iniziato molto forte dal punto di vista dei mercati. Un po' meno forte dal punto di vista della crescita macroeconomica. L'inflazione si mantiene positiva ma è in attenuazione, e questo ha concesso alle Banche centrali principali, in particolare penso alla Federal Reserve e alla Banca Centrale Europea, di mantenersi e dichiararsi - anche un po' a sorpresa, viste le premesse del 2018 - molto più "dovish" (colombe) di quanto previsto. Questo accomodamento monetario accompagnerà i mercati e le economie per tutto il 2019, come minimo.
Ci saranno dei fattori di influenza?
Il 2019 è un anno in cui la politica avrà un peso un po' maggiore sulle vicende dell'economia e dei mercati. Nel senso che per quanto la politica tenda ad incidere (non sempre in profondità e a lungo) sulle vicende economiche e quindi anche su quelle dei mercati, quest'anno abbiamo delle elezioni europee che sono piuttosto incerte. Soprattutto in virtù dell'ascesa di movimenti populisti di varia natura e in tanti Paesi. Elezioni che peraltro si intrecciano con la confusione del tema Brexit: a oggi non sappiamo se i britannici voteranno o no per le consultazioni europee.
Tutto questo porterà ad un po' di incertezza sui mercati tra aprile e maggio, magari nell'immediato dopo elezioni. Ma devo dire che, da un punto di vista macroeconomico, la percezione di instabilità e di indeterminatezza del quadro politico di riferimento, può portare ad un rallentamento delle decisioni di investimento e di consumo.
Quindi non è del tutto sorprendente che assistiamo ad una dinamica economica attenuata. Però si tratta di una dinamica ancora saldamente in territorio positivo anche nel complesso dell'Europa. L'Italia è un po' un caso a parte.
C'è chi parla di inizio di recessione.
Avere timori di recessione è un pochino prematuro oggi. In questo senso, non è sorprendente che dopo la violenta correzione dell'ultimo trimestre dell'anno scorso, i mercati abbiano reagito positivamente, e quindi abbiano riallineato un po' i corsi con i fondamentali.
Credo anche che il fatto che il rally dall'inizio di quest'anno sia stato molto poco partecipato - c'è tantissima liquidità in giro e quindi gli investitori non si sono ancora fidati ad acquistare - possa porre delle buone premesse perché, nell'eventualità di una correzione, tanti investitori che fino ad ora sono rimasti ai margini posano decidere di entrare.