Ma se il board perde contatto con la realtà ? - Punto e a Capo - #gigibeltrame
Il business per le aziende non è tutto. Il marketing non è tutto. Le vendite non sono tutto. Ma quante aziende lo sanno?
Uno dei problemi più ricorrenti che vedo quando parliamo di aziende, sostenibilità sociale e futuro, è la mancanza di collegamento con la realtà .
Tanti parlano di aziende in chiave ESG, soprattutto quando parlano agli investitori istituzionali. Ma cosa significa? ESG, parola tanto di moda, sta per Environmental, Social, Governance, che non è altro che raccogliere i dati economico/finanziari legati agli investimenti responsabili, quanto viene di fatto destinato a obiettivi di natura ambientale e sociale.
Non esiste azienda quotata in una Borsa qualsiasi che non abbia un corposo capitolo dedicato a come si prendono cura del mondo, come lo migliorano. Ci mancherebbe altro, dicono tutti, ma non è una regola che vale per tutti e, se volessimo controllare, le aziende ad impatto zero sono pochissime non in Italia, non in Europa, ma nel mondo!
Se i capi d'azienda, i CEO o gli Amministratori Delegati come li chiamiamo noi, sono pronti a raccontare la loro storia e i passi che si stanno compiendo, non sono molti i soggetti nei board delle aziende che pongono queste problematiche al primo posto. Se è per quello, poche sono quelle che si occupano del welfare aziendale, ma soprassediamo per un momento.
Quante aziende, a livello di board, si preoccupano dell'ambiente? Eppure non è un argomento nuovo. La scienza ha dimostrato che stiamo in crisi climatica, ma le statistiche ci dicono che quasi il 50% dei consiglieri di amministrazione delle imprese non se ne occupa.
Il problema vero è culturale: veniamo da troppo anni in cui il business delle aziende passava sopra ogni cosa, quasi senza morale. Si inquinava, si sperperavano risorse e si produceva l'improducibile.
Ma non è più così e non da oggi, da un po' di tempo.
Le persone sono attente a come si comportano i brand e li "puniscono", anche se spesso solo idealmente.
Abbiamo bisogno di un ricambio culturale, la tecnologia permette di visualizzare come si investe e dove si investe, cosa pensano i clienti e cosa pretendono i clienti. Da quanti anni sentiamo dire dalle aziende che il "cliente è al centro", ma poi quanti assecondano, per esempio, i ragazzi che scendono in piazza con Greta Thunberg? Quante aziende di moda si stanno accorgendo solo ora che creare capi con le pellicce non è più sostenibile?
Perché hanno da sempre regnato sovrani i fatturati.
Ma ora le cose sono cambiate, i social non perdonano, nel bene e nel male, non sono perfetti ma stanno portando un cambiamento. Le statistiche sull'uso dei social da parte dei membri dei board delle aziende sono impietosi: 1 su 4 usa un social, che non significa che ne conosca le potenzialità e pericoli.
Un numero incredibilmente basso.
I social diventano la cartina tornasole della moralità delle aziende e i board ne sono esclusi?
Nel business moderno, per non chiamarlo semplicemente digitale, è necessario che ogni azienda racconti il motivo per cui esiste, ma anche come conduce i propri affari.
Non è solo attenzione al clima, alla diversity, alla legalità o ad atti preposti alla conquista della fiducia, è una questione di responsabilità .
Da qui, non si torna più indietro.
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