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I problemi degli immigrati digitali - Punto e a capo

La resistenza all'innovazione non nasce solo dall'ignoranza, è deficienza

Spesso sento dire che una persona non utilizza una determinata tecnologia per ignoranza, ossia per il fatto che ignora le possibilità che essa offre.
In realtà, il problema, dal punto di vista filosofico è leggermente diverso.
Le persone non hanno paura della tecnologia, ma è un classico umano temere l'ignoto.
Il problema è che molti hanno una deficienza, nel senso di mancanza, di competenze digitali e quindi faticano a comprendere, ma anche solo ad avvicinarsi alla tecnologia.
Quanti si bloccano mentre sentono la spiegazione di una nuova funzione dello smartphone? Eppure non hanno difficoltà ad applicare i filtri alle foto di Instagram!
Il problema non è nel respingere il digitale, ma della paura di non essere capaci a comprendere le cose.
Quelli che io definisco come gli immigrati digitali sono in maggiore difficoltà, perché non essendo nati con il digitale ma ci sono finiti dentro perché fa parte dell'epoca in cui vivono, hanno sempre un certo timore a "toccare" la tecnologia. Fanno parte di quella categoria di persone che dicono "io non ho fatto niente" quando succede qualche guaio con i dispositivi elettronici. Per carità, niente di male, ci sta, ma non è ignoranza, è deficienza, da deficere, quindi mancanza, che in questo caso è quella delle competenze.
In un mondo in cui la tecnologia era governata dal cugino, l'amico, il figlio di un fratello del cognato di una zia poteva essere sopportabile, nel 2020 non è più possibile.
Non è necessario essere esperti di tutto, in fondo Bill Gates presentando Windows una volta ha impallato il computer, o recentemente Elon Musk mostrando il proprio truck con vetri infrangibili li ha visti rompersi davanti ai propri occhi, ma quel che conta è sapere cose funzionano a grandi linee le cose.
Sulla tecnologia, a differenza di tanti altri campi, questo non avviene mai, e soprattutto quel range di utenti, dai 35 ai 60 anni, fatica ad avere un rapporto sano con la tecnologia.
Non è richiesto che diano del tu alla programmazione o allo smartphone, ma che siano consapevoli delle proprie azioni e che siano capaci di porre le domande giuste ai tecnici per risolvere dei problemi di business.
Non è troppo difficile, non serve molto, ma è fondamentale.

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Il libro "Digilosofia: la filosofia del digitale" le sfide della digital transformation

 

 

 


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