Siamo sicuri che stiamo disintermediando?- Punto e a capo

La trasformazione digitale ha prodotto degli effetti importanti, alcuni da studiare

Oggi si racconta spesso, soprattutto nei convegni che vogliono sembrare "sul pezzo", che il digitale ha introdotto una grande disintermediazione.
Premesso che potrebbe essere vero, il problema sorge nel momento in cui si confonde la sharing economy con la gig economy e quindi generare confusione alla confusione.
Disintermediare, poter affittare la casa attraverso Airb&b, per esempio, o acquistare attraverso un marketplace, non significa aver tolto l'intermediazione, ma aver accorciato una filiera, magari nata dal nulla.
Ma avere un prodotto e venderlo come servizio non ha nulla a che fare con il proporre un servizio, che poi è un "vecchio" lavoretto solo che è ingegnerizzato e strutturato intorno a un'applicazione.
La totale disintermediazione sarà possibile solo attraverso la distributed ledger tecnology, perché a quel punto non si avrà bisogno di piattaforme e sistemi intermedi. Avere un "libro mastro" (il ledger) potrebbe portare benefici incredibili, ma anche grandi resistenze al cambiamento.
L'economia, per ora, continua a svilupparsi intorno a un modello ben conosciuto, quello di domanda e offerta che si devono incontrare, con la novità che il possesso non è più fondamentale e che sta andando incontro ad una logica di consumo.
Sembra tutto facile, ma pensare agli ammortamenti per il possesso dei macchinari in azienda e trasformarli in un una logica di consumo non è un passaggio banale o alla portata di tutti.
In realtà, quante aziende sono già pronte? E quali settori sono più sensibili?


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