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Mercato obbligazionario: una nuova ascesa nel 2023?

Giacomo Calef (NS Partners): la previsione è di prezzi dei bond in aumento, poiché se le banche centrali alzeranno il costo del denaro come previsto e con un ritmo più blando, i prezzi delle obbligazioni potranno salire, riducendo quindi i rendimenti

Nel 2022 il rialzo dei tassi di interesse delle principali banche centrali ha fatto impennare i rendimenti dei bond, causando un crollo dei loro prezzi. In particolare, la Federal Reserve ha agito a una velocità che non si vedeva dall'inizio degli anni Ottanta, portando i tassi di riferimento dallo 0,25% a una forchetta compresa tra 4,50 e 4,75% in meno di 12 mesi.
Di conseguenza anche i portafogli più conservativi, composti principalmente da titoli obbligazionari, hanno registrato performance negative. (Barclays Global IG Agg.H euro, il principale indice per il comparto obbligazionario, ha perso circa il 13% nel 2022).
Nonostante l'anno appena passato, c'è un clima di ottimismo sugli investimenti nel mercato obbligazionario in questo 2023. Tale visione è conseguente a un approccio delle banche centrali che si annuncia per il 2023 meno aggressivo e tendenzialmente alla fine del ciclo dei rialzi dei tassi. I Titoli di Stato delle maggiori economie offrono ottimi rendimenti, come mostrato nella tabella.
Oggi i Treasury Usa a 10 anni (titolo di Stato considerato un asset sicuro), rendono il 3,5% rispetto all'1,5% di inizio 2022. I Bund tedeschi, altro riferimento chiave nel mercato obbligazionario, a inizio 2022 sono passati dall'avere rendimenti negativi all'offrire un rendimento di circa il 2.2% (con scadenza 10 anni). Anche i Titoli di Stato italiani si dimostrano interessanti, con il Btp a 10 anni che rende il 4%.
Oltre alle lunghe scadenze, oggi risulta molto conveniente guardare anche alle brevi.
L'aumento dei tassi di interesse e le condizioni monetarie più restrittive hanno portato all'appiattimento (e in alcuni Paesi, come Germania e Stati Uniti, all'inversione) delle curve dei rendimenti. Ciò significa che gli investitori potrebbero assicurarsi rendimenti più elevati, in proporzione, con le brevi scadenze (il Treasury, il Bund e il Btp, a due anni, rendono rispettivamente il 4.70%, 2.58% e 3%) piuttosto che con le lunghe, riducendo allo stesso tempo l'esposizione al rischio di duration.
Secondo gli analisti anche i corporate bond sono destinati a ottenere risultati migliori (i bond emessi dalle società americane 1-5 anni rendono mediamente il 5%) nel 2023 poiché gli spread creditizi incorporano già un rallentamento dell'economia e i tassi di interesse a lungo termine dovrebbero iniziare a diminuire nella seconda metà dell'anno.
I guadagni per gli investitori sono dunque interessanti. La previsione è di prezzi dei bond in aumento, poiché se le banche centrali alzeranno il costo del denaro come previsto e con un ritmo più blando, i prezzi delle obbligazioni potranno salire, riducendo quindi i rendimenti.

Giacomo Calef, Country manager di NS Partners


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