Distretti industriali pronti per la ripartenza
Giovanni Foresti (Intesa Sanpaolo): per il 2023-24 stimiamo una crescita nominale del fatturato ancora superiore al manifatturiero (+3,3% vs +0,9%), in un contesto di prezzi alla produzione pressoché invariati
Nel Rapporto Economia e Finanza dei Distretti, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e giunto alla quindicesima edizione, emerge una migliore dinamica delle imprese distrettuali che in termini mediani già nel 2021 hanno registrato un fatturato del 5,2% superiore ai livelli del 2019, due punti percentuali in più rispetto alle aree non distrettuali.
Nel 2022 la crescita dei distretti è proseguita: il fatturato, secondo le nostre stime, ha registrato un aumento del 16,7% in termini mediani, mostrando una dinamica migliore rispetto al complesso manifatturiero (+15,2%). Per il 2023-24 stimiamo una crescita nominale del fatturato ancora superiore al manifatturiero (+3,3% vs +0,9%), in un contesto di prezzi alla produzione pressoché invariati.
La lettura delle risposte delle imprese all'aumento dei costi dell'energia offre conferme sulla reattività del tessuto produttivo italiano: soprattutto nelle aree ad alta intensità distrettuale prevalgono, infatti, le azioni dirette a rivedere l'offerta per ridurre i consumi di energia, ad avviare oppure potenziare l'autoproduzione di energia, a rimodulare i turni.
L'analisi dei flussi di import evidenzia poi il tentativo da parte delle imprese distrettuali di diversificare i Paesi di approvvigionamento, ricercando a livello mondiale ogni alternativa possibile, anche in Asia. Ciò si è tradotto in un potenziamento, almeno temporaneo, dei magazzini.
Il Rapporto si sofferma infine sulle priorità da affrontare: emergono in particolare i temi legati a tecnologia e innovazione, capitale umano e ricambio generazionale. Le imprese distrettuali continuano a mostrare un forte impegno sul fronte dell'innovazione (circa 75 brevetti ogni 100 imprese vs. 51 nelle aree non distrettuali), che ne rafforza strutturalmente la competitività , così come nell'adozione di tecnologie 4.0.
I ritorni della tecnologia dipendono fortemente dalla qualità del capitale umano inserito in azienda. Non a caso, negli ultimi anni, è aumentata significativamente la ricerca di figure e tecnici ICT. Una quota consistente di queste nuove posizioni è di difficile reperimento, spesso per mancanza di candidati. Nelle aree a media intensità distrettuale questa sfiora, infatti, il 50% (45,6% il dato totale).
Un'altra area di miglioramento riguarda la governance. La capacità delle imprese di rinnovare e potenziare le proprie competenze e aprirsi con più facilità alla transizione tecnologica e green può anche passare attraverso il passaggio generazionale.
Giovanni Foresti, Senior Economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo