Shift nell'economia USA: cambiano le previsioni sui tassi interesse
Tentori (AXA IM): Outlook USA meno recessivo sposta l'attenzione su mosse Fed/BCE e mercati
I mercati finanziari stanno ricalibrando le proprie aspettative. Dopo un periodo dominato dai timori di una forte frenata economica negli Stati Uniti, forse una vera recessione, lo scenario prevalente è mutato. Ora l'ipotesi è quella di uno shock assorbito, senza una recessione imminente. Questo cambiamento influisce direttamente sulle previsioni relative ai <strong>tassi di interesse</strong>.
Il cambiamento di prospettiva è stato notato anche dagli economisti di <strong>AXA IM</strong>. Secondo <strong>Alessandro Tentori</strong>, Chief Investment Officer Europa di <strong>AXA IM</strong>, l'accordo tra <strong>Trump</strong> e la <strong>Cina</strong> ha contribuito a placare i timori iniziali. Di conseguenza, il rischio di una recessione negli Stati Uniti non è più considerato probabile dagli esperti di <strong>AXA IM</strong>, né dal mercato in generale.
La grande domanda ora riguarda la direzione dei <strong>tassi</strong>. Le previsioni del mercato e di <strong>AXA IM</strong> differiscono, soprattutto per la <strong>Banca Centrale Europea (BCE)</strong>. Attualmente, il mercato si aspetta circa <strong>75 punti base (bp)</strong> di tagli dalla <strong>Federal Reserve (Fed)</strong> entro fine anno, in linea con la visione di <strong>AXA IM</strong>. Questo è inferiore rispetto ai quasi <strong>100 punti base</strong> ipotizzati nei momenti di maggiore <strong>volatilità</strong> ad aprile. Per la <strong>BCE</strong>, invece, il mercato prevede tagli intorno ai <strong>60 punti base</strong>, ma la prospettiva di <strong>AXA IM</strong> è significativamente più aggressiva, suggerendo tagli maggiori.
Resta l'incertezza sull'andamento futuro dell'economia statunitense. Sebbene i dati recenti possano indicare un rallentamento nel secondo e terzo trimestre, non si può escludere una ripresa dopo l'estate. L'eventuale supporto della banca centrale potrebbe favorire questa ripartenza. La visibilità su questo fronte resta limitata.
Un evento recente, il declassamento del rating del <strong>Treasury</strong> statunitense, non è stato ritenuto una novità sostanziale. Secondo <strong>AXA IM</strong>, l'azione di <strong>Moody's</strong> era attesa, dato che altre agenzie avevano già operato il taglio. Le ragioni principali sono legate all'aumento previsto del deficit e alla capacità limitata dell'economia americana di generare crescita a lungo termine.
In <strong>Europa</strong>, la politica fiscale è percepita come meno espansiva rispetto ad altre economie avanzate. Questo suggerisce un possibile margine di manovra per implementare misure più attive.
Sui mercati azionari, l'interesse per la <strong>Germania</strong> resta elevato, nonostante le valutazioni siano già considerate alte. La <strong>volatilità</strong> complessiva, sia su <strong>azioni</strong> che su <strong>obbligazioni</strong>, è diminuita rispetto ai livelli recenti. Il mercato <strong>high yield</strong> statunitense ha dimostrato resilienza. Dopo un calo legato ai timori sui dazi e all'inflazione, questo segmento è tornato in territorio positivo dall'inizio dell'anno, mostrando una <strong>volatilità</strong> contenuta come previsto da <strong>AXA IM</strong>.
Riguardo alla possibilità di nuovi tagli dei <strong>tassi</strong>, si è osservata una rapida diminuzione delle probabilità prezzate dal mercato per azioni della <strong>Fed</strong>. Un taglio moderato da parte della banca centrale americana entro la fine dell'anno rimane plausibile, specialmente se l'inflazione dovesse risultare inferiore alle attuali aspettative.
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