Salute Italia: i CEO tra incertezze e potenziale dell'AI
Fortuna (PwC): l'analisi rivela le priorità dei leader del settore Salute italiano nel gestire i cambiamenti globali
Il settore delle <strong>Health Industries</strong> (<strong>HI</strong>), che comprende <strong>Sanità</strong>, <strong>Pharma</strong>, <strong>Medical Device</strong> e <strong>Life Science</strong>, sta attraversando un'epoca di profondi mutamenti. I leader del settore in <strong>Italia</strong> si concentrano su trasformazione dei modelli di business, innovazione tecnologica e sviluppo di competenze chiave. È quanto emerge dalla 28° Annual Global CEO Survey di <strong>PwC</strong>, basata su interviste a 315 <strong>CEO</strong> globali del settore salute, di cui oltre 30 in <strong>Italia</strong>. I <strong>CEO</strong> hanno la responsabilità di definire strategie di trasformazione per garantire la sostenibilità delle loro organizzazioni nel tempo.
Nonostante gli sforzi per affrontare le sfide attuali, oltre la metà dei <strong>CEO</strong> delle <strong>Health Industries</strong> italiane (55%) è incerta sulla sostenibilità economica della propria azienda nel prossimo decennio. Questo dato segna una netta crescita rispetto al 2024 (+17%) ed è superiore alla media globale (+9%). Tra i fattori che minano la sostenibilità in <strong>Italia</strong> spiccano le pressioni sui margini dovute all'aumento dei costi (+39%), lo scarso potere di determinazione dei prezzi (+34%) e un alto livello di inefficienza organizzativa (+17%). In <strong>Italia</strong>, i <strong>CEO</strong> del settore <strong>Health</strong> sono maggiormente preoccupati per la mancanza di professionisti con competenze chiave (45% dei <strong>CEO</strong> italiani vs 28% dei <strong>CEO</strong> globali), per i rischi informatici (30% vs 26% globali) e per il cambiamento tecnologico (27% vs 20% globali), mentre variabili macroeconomiche come inflazione (15% vs 28% globali) e conflitti geopolitici preoccupano meno i <strong>CEO</strong> italiani rispetto alla media mondiale.
La preoccupazione per la mancanza di competenze è significativamente più alta per i <strong>CEO</strong> delle <strong>Health Industries</strong> italiani (45%) rispetto alla media nazionale degli altri settori (35%), probabilmente a causa della carenza di personale specializzato, come medici e personale sanitario. <strong>Andrea Alessandri</strong>, <strong>Partner</strong> e <strong>Responsabile Health Services</strong> di <strong>PwC Italia</strong>, sottolinea che <em>“Nel settore Health la ricerca, l’innovazione e la tecnologia svolgono un ruolo centrale. Per le aziende è fondamentale investire nella formazione con programmi di up-skilling e re-skilling, ma anche integrare risorse con competenze specializzate, specie quelle digitali, valorizzando le competenze organizzative, relazionali e «soft» che consentono alla forza lavoro di essere resiliente, supportare l'innovazione e sviluppare una cultura del cambiamento”</em>. Lo sviluppo delle competenze è strategico: secondo la ricerca Global Workforce Hopes and Fears di <strong>PwC</strong>, il 59% dei professionisti del settore in <strong>Italia</strong> ritiene fondamentale la formazione specialistica per lo sviluppo professionale, e il 70% valuta positivamente le “soft skills”, più delle competenze digitali o di analisi dati, diversamente dal trend internazionale.
A livello globale, oltre la metà dei <strong>CEO</strong> delle <strong>Health Industries</strong> ritiene che la <strong>GenAI</strong> possa migliorare redditività ed efficienza entro 12 mesi. In <strong>Italia</strong>, la fiducia è ancora maggiore: oltre l’80% dei <strong>CEO</strong> esprime fiducia nell'adozione dell'<strong>Intelligenza Artificiale</strong>, un dato superiore alla media globale (73%). Questo indica come l'integrazione della <strong>GenAI</strong>, sia nei processi "core" che in quelli di supporto, sia vista come un importante motore di trasformazione nei prossimi anni. Tuttavia, questa apertura si accompagna a forte preoccupazione per i rischi connessi, in particolare <strong>cybersicurezza</strong>, aspetti regolatori (come l'<strong>AI Act</strong>) ed etici, oltre a una persistente difficoltà nel comprendere e sfruttare appieno il potenziale della <strong>GenAI</strong>.
Nel 2024, il settore delle <strong>Health Industries</strong> in <strong>Italia</strong> ha visto una riduzione nel numero di operazioni di <strong>M&A</strong>, dopo il recupero del 2023. Questo calo è inserito in un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato da tassi d'interesse elevati, rallentamento economico, difficoltà nell'accesso al credito e aspettative di prezzo dei venditori ancora alte. Nonostante ciò, lo scenario rimane favorevole grazie a un mercato frammentato, operatori dinamici, l'attrattività del settore e il crescente interesse dei <strong>Private Equity</strong>. L'<strong>M&A</strong> continuerà a rappresentare una leva fondamentale per la crescita, la trasformazione dei modelli di business e la creazione di vantaggio competitivo. Oltre il 60% dei <strong>CEO</strong> italiani del settore <strong>Health</strong> dichiara di voler effettuare da 1 a 4 operazioni di <strong>M&A</strong> nei prossimi 3 anni, una percentuale superiore al 47% globale.
Secondo l'analisi di <strong>PwC</strong>, negli ultimi cinque anni, solo il 28% dei <strong>CEO</strong> delle <strong>Health Industries</strong> a livello globale – e il 30% in <strong>Italia</strong> – ha iniziato a esplorare nuovi segmenti di mercato. Le iniziative di trasformazione più comuni sono state lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e le collaborazioni. Tuttavia, in <strong>Italia</strong>, solo il 5% del fatturato negli ultimi 5 anni proviene da attività nuove rispetto al core business. <strong>Andrea Fortuna</strong>, <strong>Partner</strong> e <strong>Health Industries Leader</strong> di <strong>PwC Italia</strong>, conclude che <em>“I dati dimostrano che le aziende che intraprendono percorsi di trasformazione strutturati riportano risultati migliori. Restare fermi non è un’opzione. È dunque cruciale adottare una strategia organica, capace di accelerare il cambiamento e di attivare nuove fonti di valore. Sebbene la penetrazione in nuovi mercati resti limitata, l’innovazione di prodotto e servizio, compresa la digitalizzazione dei prodotti/servizi tradizionali, è al centro dell’azione dei CEO più lungimiranti. In Italia, più che altrove, la carenza di competenze rischia di frenare la competitività. Investire sulle competenze del personale e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, compresa la GenAI rappresenta oggi non solo un’opportunità, ma una necessità per garantire efficienza, attrattività, competitività e sostenibilità nel lungo periodo delle aziende del settore della salute”</em>.
##fine##