Un'azienda vinicola irpina sfida clima e mercati globali - Vinitor Sapiens
Pepe (dell'Azienda Agricola Bellaria): la sostenibilità e la cura della vite sono fondamentali
C'è voluto del tempo ma alla fine una realtà davvero particolare dell'Irpinia è stata trovata. Parliamo dell'Azienda Agricola Bellaria adagiata tra le valli del Sabato e del Calore. Circondate da due catene montuose, il parco del Partenio e i Monti Picentini, queste valli generano un microclima unico, caratterizzato dall'incrocio dalle correnti provenienti dal mar Tirreno e dall'Adriatico. L'azienda viene fondata nel 2002, grazie alla coltivazione delle olive ed alla produzione di olio extravergine di oliva, che ancora oggi produce con le sue circa mille piante di tre diverse varietà .
Nascita e filosofia aziendale
Nel 2007, nascono i primi vini Bellaria, ma solo nel luglio del 2011 viene fondata la Società Agricola, partecipata dalla famiglia Maffei di Roccabascerana e Antonio Pepe, con alle spalle tre generazioni di coltivatori di uve in Montefalcione (AV).
Nasce così una realtà giovane ma con una grande influenza tradizionale. "Produciamo circa 100mila bottiglie all'anno, in 21 ettari vitati" ci spiega Pepe. "Sono vini totalmente naturali e al primo posto mettiamo la sostenibilità e la cura della vite, anche in ragione dei cambiamenti climatici che ci sono stati". Ciò che ci preoccupa molto sono gli eventi estremi, le grandinate, fenomeni in crescita e di complicata previsione e localizzazione. Nei propri vigneti Bellaria applica la cosiddetta Lotta Integrata ovvero un sistema di Agricoltura Sostenibile.
Tecniche di vendemmia e distribuzione
La vendemmia invece viene effettuata tenendo conto le curve di maturazione delle uve, pertanto un vigneto viene vendemmiato più volte, questo consente di avere un prodotto sempre al massimo del suo potenziale. Il 60% della produzione è diretto ai mercati internazionali, Europa, Stati Uniti e Canada. Il restante 40% in Italia, attraverso piccoli distributori e agenzie locali.
Vini unici e vitigni autoctoni
Dalle selezionate campagne dell'Irpinia contaminate ed influenzate dai residui Vulcanici delle varie Eruzioni (Vesuvio, Campli Flegrei e crateri minori dell'entroterra) che si sono susseguite nella storia della terra e non solo e dai suoi vitigni autoctoni, nascono vini unici come il Greco di Tufo DOCG, vino caratterizzato dal terreno Sulfureo in un'area limitata caratterizzata dalla presenza di una grande quantità di Zolfo nel terreno (questo vino è stato inserito nella carta dei vini che ha accompagnato i compianto Sua Santità Papa Francesco in un viaggio in Armenia, ndr).
Inoltre, ci sono Falanghina DOC, Fiano di Avellino DOCG, Aglianico DOC, Taurasi DOCG e Coda Rara ottenuto da un antico vigneto situato in Paternopoli, riportato in auge che produce 1.000 bottiglie letteralmente andate a ruba tra i clienti più affezionati ed esigenti. Infine un vino Rosè denominato Aimee ottenuto dalle uve di Aglianico. "Lavoriamo solo i vini autoctoni prodotti attraverso antiche lavorazioni naturali prive di ogni alterazione chimica secondo la filosofia dell'azienda".
Simbolismo e sede
Oggi e da oltre ormai dieci anni, le eleganti etichette Bellaria riportano l'albero di Tiglio, che è un importante simbolo per la comunità di Roccabascerana, visto che ha 230 anni e si trova a centro del nucleo storico del paese chiosa Pepe. La sede è a Roccabascerana (AV), dove ha preso corpo la nuova cantina, immersa in piena campagna e nel vigneto di due ettari e mezzo di Irpinia Falanghina doc. Tra le etichette da ricordare Aimee, Senso e Oltre, espressioni autentiche di alta qualità .
Prospettive future
Guardando al futuro l'obiettivo è di crescere in qualità , fare sempre meglio e sviluppare la conoscenza di questi grandi vini in Italia e nel mondo. "Una missione complessa, non lo nascondiamo, ma alla nostra portata. Del resto, in 10 anni abbiamo saputo superare una pandemia, due guerre e molti problemi climatici. Di certo il coraggio e l'impegno non ci fanno difetto" conclude.