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Oro: prezzo, ruolo nelle riserve e implicazioni per i portafogli

Chris Iggo (AXA IM): l'aumento del prezzo dell'oro ha subito un'accelerazione negli ultimi anni e quest'anno si è impennato superando tutti i principali indici di total return delle azioni

Ultimamente l'oro è stato sotto i riflettori. In alcuni ambienti è considerato una copertura contro l'inflazione e contro il deprezzamento del dollaro statunitense e degli asset denominati in dollari in generale. C'è persino chi sostiene che l'oro costituisca una copertura contro il crollo del sistema monetario fiat. I rischi geopolitici e le sanzioni finanziarie (sia quelle già attuate, sia quelle paventate) potrebbero aver contribuito a loro volta all'aumento della domanda. C'è chi anche potrebbe essere preoccupato da tali rischi e sanzioni, ma non fidarsi ancora abbastanza delle criptovalute. Oppure potrebbe semplicemente essere che i gioielli in oro sono bellissimi e la combinazione tra lo "stile Dubai" e la ricchezza Bitcoin, con l'aiuto del nuovo look dorato dello Studio Ovale della Casa Bianca, abbia aumentato la domanda. Andiamo quindi a vedere alcuni dati, per interesse e per diletto.
L'aumento del prezzo dell'oro ha sicuramente subito un'accelerazione negli ultimi anni, e nel 2025 ha registrato un'impennata superando tutti i principali indici di rendimento totale delle azioni, per non parlare delle obbligazioni.
L'oro è inoltre considerato un'utile copertura contro l'inflazione. Il grafico 1 mostra il prezzo dell'oro corretto per l'indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense. Non era così nella seconda metà del XX secolo, ma dal 2000, in generale, l'aumento dei prezzi dell'oro ha battuto l'inflazione statunitense e sicuramente lo ha fatto nell'ultimo periodo in cui l'inflazione è stata superiore all'obiettivo della Fed. Di recente, l'oro ha raggiunto nuovi massimi storici - insomma, l'anello che portate al dito adesso vale molto di più!
Alcuni commentatori hanno sostenuto che le Banche Centrali globali abbiano aumentato in modo massiccio la quota di oro nelle loro riserve internazionali. La narrativa "Sell USA" ha suggerito che le Banche Centrali abbiano venduto Treasury USA in risposta alla guerra commerciale, e per diffuse motivazioni anti-Trump, sostituendoli con maggiori riserve auree. A dire il vero, la situazione non è così eclatante: il Fondo Monetario Internazionale ha fornito tutta una serie di dati sulle riserve internazionali dalle Banche Centrali, che sono tenute a presentare regolarmente relazioni sulle loro riserve come condizione per l'adesione al Fmi.
L'andamento delle riserve fisiche di oro, che di recente sono aumentate, non ha ancora raggiunto i massimi storici.
In termini di valore nominale, la situazione sembra più drammatica, perché il prezzo dell'oro è aumentato sensibilmente. Tuttavia, in un'ottica a lungo termine, l'andamento delle riserve internazionali è modesto. Le riserve sono esplose dall'inizio degli anni '80, quando sono stati abbandonati I controlli sui capitali e la maggior parte delle valute ha iniziato a fluttuare liberamente. L'aumento del deficit delle partite correnti degli Stati Uniti, con il conseguente aumento del surplus della Cina, è stato un enorme fattore trainante nell'aumento delle riserve.
Il valore nominale delle riserve non auree è determinato dalle fluttuazioni dei cambi e dai tassi di interesse delle valute degli asset di riserva: tuttavia, trattandosi per lo più di Titoli di Stato, i prezzi non subiscono variazioni significative rispetto al prezzo dell'oro. L'aumento dei prezzi dell'oro ha incrementato la quota nominale di oro nei portafogli delle riserve, ma rimane relativamente modesta - e non è sufficiente per affermare che le Banche Centrali globali stiano abbandonando i Treasury USA a favore dei lingotti d'oro.
L'oro è un asset fisico limitato: il suo prezzo dovrebbe quindi aumentare nel tempo rispetto agli asset finanziari, il cui valore è fisso in termini nominali e la cui offerta è in aumento (obbligazioni, moneta).  Le azioni, tuttavia, traggono il loro valore dall'attività economica reale, che cresce nel tempo, consentendo agli utili di aumentare e incrementando il valore economico delle imprese. Dal 1988, il rendimento annualizzato dell'indice S&P500 è stato dell'11,1%, per l'oro del 5,8%; tuttavia questo andamento è ciclico. Si tratta di un'asset class è difficile da prevedere e difficile da inserire nei portafogli, ma a volte brilla.

Chris Iggo, Responsabile Investimenti di AXA IM Core

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