Crescere al passo dei tempi, ma nel pieno rispetto dell'ambiente
Cantina Criolin: un setaccio che riporta alla luce la qualità del vino di una volta
Tutto nasce nel 2010, anno in cui Claudio, l'attuale titolare, inizia a gestire l'Azienda Agricola Criolin prendendola in gestione dal padre Angelo. Un'avventura che li porterà lontano dal momento che a far data dal 2012 Giovanna, l'altra attuale titolare, inizia a far parte dell'azienda (oltre che della famiglia). Criolin, che nel dialetto piemontese richiama un setaccio usato in passato dagli agricoltori per separare il grano dalla pula, si trova nel comune di Castagnole delle Lanze, provincia di Asti, una delle zone di maggior pregio vitivinicolo, dove le Langhe incontrano le dolci colline del Monferrato, luogo più vocato per la Barbera d'Asti e il Moscato d'Asti. La storia della cantina è un esempio emblematico di una tradizione familiare che si tramanda da 4 generazioni e che guarda al suo futuro nel rispetto dei valori della sostenibilità e del biologico.
"Attualmente coltiviamo 13 ettari vitati, dai quali produciamo circa 35 mila bottiglie, di cui il 40% venduto in Italia e il rimanente diretto negli Stati Uniti, Giappone, nord Europa ed Estremo Oriente", ci racconta Giovanna. Mentre le parliamo è impegnata nella vendemmia, che si preannuncia interessante sia in termini quantitativi che qualitativi. Ma, come diceva, la crescita della produzione non deve avvenire a discapito dei principi su cui poggia il progetto. "Il nostro lavoro quotidiano è espressione di un profondo legame con la terra, di rispetto per la tradizione e di apertura all'innovazione. Ogni decisione aziendale nasce dalla volontà di custodire e valorizzare il territorio, promuovendo un'agricoltura sostenibile che possa essere un'eredità concreta per le generazioni future", ci spiega Giovanna.
In cantina, come anche in vigna, il marito Claudio dà un forte impulso all'innovazione con potature sempre più coraggiose al fine di alzare ancora il livello qualitativo delle uve. Criolin vinifica solo uva prodotta dai propri vigneti, seguendo i tempi della natura. La cantina ha ottenuto la Certificazione Vegana e quella Biologica.  "I nostri terreni sono Sensibili, sotto il profilo della biodiversità , garantendo un equilibrio tra produzione agricola e tutela dell'ecosistema, trovandoci in un territorio patrimonio Unesco", aggiunge Giovanna. Quasi il 100% degli imballaggi proviene da materiali riciclati, il 4% dell'acqua utilizzata è piovana e il 75% delle spese aziendali sono effettuate privilegiando fornitori locali.
Passando alla produzione, sono 10 le etichette di Criolin, tra le quali meritano menzione Praddone (che richiama un rio dove le donne andavano a lavare), un Piemonte Doc Chardonnay 100%, Filaralto, un Monferrato Doc Bianco, il Barbera D'Asti Superiore DOCG e Vualà , l'ultimo nato, un Piemonte DOC Rosato. Realizzato con uve Nebbiolo di un vigneto ancora giovane. Nell'etichetta c'è un Colibrì, un piccolo veloce e leggero uccellino così come il Rosato. "La storia di questo ultimo nato è molto particolare. Partecipando a una degustazione Claudio non vide un nostro vino. Tornò a casa e disse "Dobbiamo fare anche noi un rosato. Detto fatto, nacque Vuolà ".
Le etichette, molto semplici ma che si ricordano, nascono da un amico della coppia, Stefano Frassetto, fumettista torinese, utilizzando animali che si trovano nell'azienda Criolin e che sono stati stilizzati.
Volgendo lo sguardo ai prossimi anni, chiara la strada che l'attività deve seguire. Crescere insieme al passo dei tempi, ma nel pieno rispetto dell'ambiente. Seguirne i tempi e portare sul mercato i prodotti migliori che ne possono nascere. Il tutto forti della certificazione di sostenibilità che, grazie al sapiente consiglio di Giorgia Deiuri, è stata raggiunta attraverso il report di sostenibilità WES (Wine eco score), costruito su misura per rendicontare la sostenibilità aziendale delle piccole e medie cantine. Ma questa è tutta un'altra storia che merita di essere raccontata.
Vinitor sapiens di Federico Unnia
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