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Le banche frenano gli imprenditori europei attivi nel settore tech

Farcet (Startupbootcamp): La nostra indagine ha messo a nudo le aree fondamentali in cui l’Europa è ancora molto indietro: fisco, exit strategy e supporto finanziario

Un’indagine effettuata da Startupbootcamp, acceleratore paneuropeo di startup tecnologiche, ha svelato come il potenziale degli imprenditori tecnologici europei sia frenato dai banchieri e dalla comunità finanziaria. Un sondaggio effettuato su 115 imprenditori tecnologici, mentori e investitori ha infatti evidenziato il mancato supporto da parte degli istituti finanziari europei nei confronti di aziende innovative e l’assenza di offerte pubbliche in grado di garantire loro percorsi di crescita.
L’indagine, condotta tra luglio e agosto 2012, ha mostrato che, nonostante l’Europa sia molto ben posizionata in termini di infrastrutture e istruzione – due tra le condizioni fondamentali necessarie per dare impulso alle aziende tecnologiche – le startup europee sono state trascurate rispetto a quelle statunitensi in termini di capitali disponibili e di “exit opportunity” garantiti da quotazioni e acquisizioni.
Gli innovatori, i mentori e gli investitori hanno indicato come i tre fattori più importanti per le start-up siano l’infrastruttura per le comunicazioni (l’86% lo valuta tra importante e molto importante), la comunità dei fondi di investimento (85%), e l’istruzione (80%). Nonostante l’Europa abbia prevalso in due categorie su tre contro gli USA (nelle comunicazioni 93% a 7% e istruzione 62% a 38%), il Vecchio Continente è rimasto molto indietro per quel che riguarda la comunità degli investitori e i fondi di venture capital dove gli USA battono l’Europa 90% a 10%. A livello europeo, l’accesso alla comunità dei fondi di investimento è risultato molto polarizzato verso la Gran Bretagna con una preferenza media dell’85%, seguita dalla Germania (10%) e da Israele (5%).
Il 62% degli intervistati ritiene inoltre che gli Stati Uniti offrano un ambiente fiscale più favorevole per le startup, nonostante l’Europa prevalga per problematiche quali case, uffici, infrastrutture fisiche e supporto da parte dei governi.
Il potenziale dell’Europa come crogiolo per la crescita di aziende tecnologiche è stato messo fortemente in dubbio quando si è parlato di exit opportunity; l’88% degli intervistati è stato d’accordo nel ritenere gli USA il migliore ambiente per le exit strategy. L’8% si è espresso a favore della Gran Bretagna, il resto suddiviso equamente tra gli altri paesi dell’Unione Europea.
“L’indagine, che abbiamo condotto con il nostro partner AxiCom, conferma le nostre sensazioni: nella maggior parte delle aree l’Europa ha raggiunto o superato gli USA come ambiente ideale per le startup”, commenta Alex Farcet, co-fondatore di Startupbootcamp. “L’indagine ha però anche messo a nudo le aree fondamentali ove l’Europa è ancora molto indietro: exit strategy e supporto finanziario. Alcuni istituti finanziari come ABN AMRO sono scesi a patti con lo scenario delle startup e l’elevato potenziale che esso offre, cambiando il loro approccio alla gestione degli investimenti. Molti altri istituti e fondi di investimento invece hanno ancora parecchia strada da fare in tal senso”.


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