I giovani non hanno perso la voglia di impresa, ma occorre incentivarli e aiutarli
Carlo Sangalli (Unioncamere): in dieci anni, disoccupazione e calo delle nascite hanno ridotto di due punti percentuali il contributo dei giovani al Pil italiano
Sono più di mezzo milione le imprese di giovani con meno di 35 anni oggi presenti in Italia. Un numero importante, pari all'8,7% di tutto il sistema produttivo nazionale anche se in calo di 80mila unità rispetto a 5 anni fa. Sono alcune delle principali informazioni emerse a margine dell'Assemblea di Unioncamere. Secondo le Camere di commercio italiane, questi dati dimostrano quanto sia fondamentale mettere in campo azioni forti e decise sostenute dalle risorse del Next Generation EU, capaci di invertire la rotta e restituire fiducia alle nuove generazioni.
"Nessun Paese che non ha puntato sui giovani ha avuto un futuro", ha detto il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. "Da come saremo in grado di spendere le risorse del Next Generation Eu dipenderà l'avvenire delle prossime generazioni e del nostro Paese. Negli ultimi 10 anni circa 250mila giovani, tra i 15 e i 34 anni, hanno deciso di lasciare l'Italia. Una ferita non solo demografica e sociale, ma anche economica. In dieci anni, disoccupazione e calo delle nascite hanno ridotto di due punti percentuali il contributo dei giovani al Pil italiano. Una tendenza che dobbiamo arrestare, puntando su natalità, formazione e possibilità lavorative dei giovani".
Cosa fa e come sta cambiando l'impresa giovanile
I giovani, che sempre più nell'aprire una impresa cercando una certa solidità strutturale (le società di capitale fondate da under 35 sono in crescita negli ultimi 5 anni, mentre si riducono le imprese individuali), sono tornati a sentire il richiamo del mondo dell'agricoltura, rappresentano una quota significativa anche nel mondo dell'ospitalità e guardano con interesse crescente ai settori più innovativi.
Una proiezione all'innovazione che si coglie anche guardando la partecipazione dei giovani al mondo dell'impresa dal punto di vista delle startup innovative, in cui quasi una impresa su 5 (il 18%, per poco meno di 2.100 unità su un totale di oltre 11mila unità) è a prevalenza giovanile. O dell'economia "verde", che vede tanti giovani imprenditori investire in tecnologie, prodotti e servizi a minor impatto ambientale (tra le imprese giovanili manifatturiere, il 47% ha investito nella green economy nel passato triennio, contro il 23% delle altre imprese).
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