
Il panorama della sicurezza informatica si sta trasformando rapidamente. Entro il 2026, operare in un contesto di minacce digitali richiederà non solo sistemi avanzati, ma una ridefinizione radicale della resilienza operativa cybersecurity 2026. Non basta più difendersi dagli attacchi; bisogna prepararsi all’impensabile: l'esclusione totale dai propri sistemi IT. Pensare a cosa fare quando i server sono muti e gli schermi neri è diventato essenziale per il successo B2B. Comprendere cosa significhi essere improvvisamente e completamente tagliati fuori dalle proprie infrastrutture digitali diventerà una competenza gestionale fondamentale.
Le istituzioni, osservando la frequenza allarmante degli attacchi, stanno esortando i leader aziendali a considerare scenari estremi.


Questo significa che la preparazione deve superare il digitale. L’imperativo è chiaro: le organizzazioni devono adottare una mentalità di emergenza offline.
Questo approccio, sorprendentemente, trae ispirazione dalla preparazione dei cosiddetti preppers, quelle persone che si attrezzano per catastrofi inattese. Non si tratta di sostituire i protocolli di sicurezza esistenti, ma di integrare una risorsa di ultima istanza.
Qual è questa risorsa? La predisposizione di una "borsa di emergenza" fisica, contenente gli strumenti cruciali per mantenere la governance aziendale anche in assenza di infrastrutture digitali. Queste strategie sicurezza offline includono piani di recupero stampati, un telefono non integrato con i sistemi aziendali e dotato dei contatti essenziali, insieme ad altri strumenti di supporto non digitali. Si tratta di una risorsa pensata per essere utilizzata esclusivamente in situazioni di crisi estrema.
Richard Meeus, Director of Security Technology and Strategy EMEA di Akamai, lo spiega con chiarezza: «Nel 2026 la resilienza non potrà più essere considerata un concetto astratto, ma una capacità operativa concreta».
Le aziende, specialmente quelle che operano con dati sensibili o in settori critici come la finanza globale, devono affrontare lo scenario peggiore. Avere piani di ripristino stampati e strumenti non digitali pronti all’uso non è un’alternativa ai modelli di sicurezza, ma la capacità critica che può fare la differenza nel momento di crisi.
La battaglia per la resilienza operativa cybersecurity 2026 si gioca anche sul fronte umano.
L’AI e la crescente competizione per i talenti
Gli attacchi recenti hanno dimostrato che non serve più essere esperti navigati per infliggere danni significativi. Perfino i giovani con abilità tecniche limitate possono compromettere aziende altamente protette. L’Intelligenza Artificiale (AI), infatti, sta drasticamente abbassando la soglia di accesso alla criminalità informatica. L’AI permette a chiunque di lanciare offensive complesse e sofisticate con uno sforzo minimo. È vitale, per il settore, fare tutto il possibile per incanalare il talento della cybersecurity verso la legalità, evidenziando le opportunità concrete offerte da una carriera etica e redditizia.
Un modo efficace per gestire questo bacino di abilità è rafforzare i programmi di bug bounty. Questi programmi incanalano la curiosità e l'abilità dei talenti offrendo esperienze reali, opportunità di apprendimento e incentivi economici tangibili. Le aziende devono dimostrare che un percorso legale è non solo più etico, ma anche più gratificante e sostenibile rispetto alla criminalità informatica. Questa non è solo una sfida per i responsabili IT, ma una responsabilità condivisa dall’intero ecosistema industriale B2B.
Il nuovo fronte del social engineering guidato dall'AI
L’anno 2026 vedrà il social engineering evolvere in modo allarmante. La causa è la diffusione massiccia di chatbot basati su AI nei servizi di assistenza clienti. Questi strumenti, ormai sofisticati e in grado di gestire richieste complesse, rappresentano un nuovo punto debole. Essi sono, infatti, vulnerabili alle medesime tecniche di manipolazione usate contro gli operatori umani. Parliamo di attacchi come il prompt injection e il jail-breaking.
Molte organizzazioni non stanno reagendo in modo adeguato a questi nuovi rischi legati all'AI. Molte non hanno ancora messo in atto controlli sufficienti per prevenire danni seri nel caso in cui questi strumenti venissero compromessi. Le imprese che si occupano di eCommerce o servizi finanziari in Europa, per esempio, devono affrontare in fretta questa lacuna.
L'AI è destinata a gestire una parte sempre maggiore delle interazioni online: dalla ricerca e prenotazione, fino agli acquisti complessi. Per questo motivo le aziende hanno il bisogno urgente di stabilire meccanismi per distinguere tra richieste legittime, verificabili crittograficamente, e tentativi malevoli. Sfruttare la debolezza dell’AI social engineering B2B per l'estrazione non autorizzata di dati è una minaccia concreta e in forte crescita, che richiede nuove strategie sicurezza offline come supporto emergenziale.
Le minacce emergenti per le aziende nel 2026
La necessità di una forte resilienza operativa cybersecurity 2026 è confermata dalle previsioni sulle principali minacce che caratterizzeranno l'anno venturo.
Queste minacce riguardano aree di vulnerabilità che vanno oltre il tradizionale firewall:
- Si assisterà a un aumento degli attacchi DDoS che sfruttano vulnerabilità presenti nei dispositivi IoT, nonostante la recente introduzione del Cyber Resilience Act;
- Sarà necessario porre una maggiore attenzione alla gestione degli aggiornamenti software, alla luce delle pesanti interruzioni operative causate in passato da update difettosi;
- Sarà cruciale adattare i modelli di sicurezza a un web sempre più mediato da agenti AI, rendendo essenziale la capacità di verificare e validare sia i bot sia le interazioni automatizzate.
Il 2026 si configura come un anno spartiacque per la sicurezza digitale in Italia e nel mondo. Preparazione meticolosa, controllo serrato e capacità di adattamento saranno i fattori determinanti per le aziende che intendono affrontare un panorama di minacce in continua, e rapida, evoluzione.

Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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