Moda italiana: crisi del retail e proposte per la ripresa
Il settore della moda in Italia sta affrontando un periodo di grande difficoltà. Ogni giorno, circa 18 negozi chiudono i battenti e i recenti saldi invernali hanno registrato un calo del 5,5%. Una situazione preoccupante, che richiede interventi urgenti per sostenere l'intera filiera, dal produttore al dettagliante. Durante il consiglio nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, tenutosi a Courmayeur, in Valle d'Aosta, sono state discusse le sfide che attendono il retail della moda. Nel 2024, il settore ha subito un calo medio del 4,2% rispetto all'anno precedente, con un saldo negativo di 6.459 punti vendita. Ciononostante, il comparto rimane un pilastro fondamentale dell'economia italiana, con 164.369 punti vendita e 299.793 addetti.
Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia, ha sottolineato l'importanza di affrontare questa crisi con una visione etica dei fornitori e un piano strategico per sostenere l'intera filiera, compreso il commercio al dettaglio. Felloni ha dichiarato: "La sfida per il retail della moda parte da qui, con un incontro ad alta quota sulla Skyway Monte Bianco a significare l’aspirazione del retail della moda di raggiungere la vetta della ripresa attraverso uno spirito imprenditoriale che si affida all’innovazione, alla resilienza e allo shopping tourism". Lo shopping tourism, grazie all'abbassamento della soglia del tax free shopping da 154,96 euro a 70 euro, ha rappresentato un'opportunità per il retail locale. In questo primo anno dall'entrata in vigore della misura, il 1° febbraio 2024, si è registrato un incremento del 54% delle transazioni e del 12% della spesa, con 500.000 nuovi shopper per acquisti esclusivi nella fascia di spesa 70-155 euro.
Questo ha fatto crescere le vendite non solo nelle tradizionali città di Milano, Roma, Firenze e Venezia, ma anche in altre località come:
- Catania (+73%);
- Como (+69%);
- Amalfi (+65%);
- Napoli (+63%);
- San Gimignano (+63%).
E ancora, incrementi significativi si sono registrati anche a:
- Verona (+61%);
- Bellagio (+58%);
- Assisi (+54%);
- Bologna (+50%).
Nonostante questi segnali positivi, il settore deve fare i conti con un ridimensionamento di oltre il 10% dei consumi di moda delle famiglie italiane negli ultimi cinque anni. Inoltre, le politiche commerciali dei fornitori, attraverso e-commerce, outlet, sample sale e family & friends, rappresentano un'ulteriore sfida. Il rischio di desertificazione commerciale è concreto. Nell'ultimo anno, il commercio al dettaglio del settore moda ha perso 18 negozi al giorno in Italia. Negli ultimi cinque anni, la perdita media è stata di 13 negozi al giorno, per un totale di 23.322 negozi in meno e oltre 35.000 posti di lavoro persi. Per affrontare questa crisi, Felloni ha proposto un patto etico di filiera con i fornitori e ha suggerito misure concrete al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Tra queste, una detrazione d'imposta per l'acquisto di prodotti sostenibili e un'aliquota IVA agevolata per il rilancio dei consumi di moda. Ha anche proposto una cedolare secca sugli affitti commerciali con riduzione concordata dei canoni, un contributo per lo smaltimento dei magazzini e detrazioni per l'innovazione e l'ammodernamento del retail, oltre a detrazioni per chi si insedia in negozi sfitti.
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