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25/06/2014

economia

PMI: gli strumenti finanziari alternativi al credito bancario

Rolleri e Vico (Assiom Forex): Le nuove misure legislative sembrano favorire la crescita del mercato dei mini bond. Ne è una testimonianza la lista di tali strumenti quotati su Extramot Pro che di settimana in settimana si allunga con nuove emissioni

Uno dei temi più attuali ed importanti per le piccole e medie imprese italiane è la difficoltà di accesso al credito. Il problema è evidenziato a tutti i livelli: dalla Banca Centrale Europea fino al convegno di provincia organizzato dallo studio di commercialisti. Il Presidente della Banca Centrale Europea Draghi evidenzia da oltre un anno (maggio 2013) la necessità di rivitalizzare i prestiti alle PMI mediante operazioni mirate, non convenzionali, come ad esempio l’acquisto sul mercato di titoli ABS aventi come collaterale prestiti alle imprese. Secondo molti economisti uno dei principali problemi dell’Europa degli ultimi anni è la frammentazione delle condizioni del credito, ben evidenziate dal grafico (fonte S&P e BCE). Il crescente divario tra Nord Europa ed Italia nell'accesso al credito per le aziende (nel 2012 le imprese che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento bancario sono state in Italia il 48%, quasi la metà di quelle tedesche pari all’82%) emerge anche dal recente studio "Crisi dell'eurozona, sistema bancario italiano e squilibri territoriali" pubblicato sull'ultimo numero della rivista economica del mezzogiorno, trimestrale della Svimez.

  In tale documento si evidenzia un ulteriore gap di credito tra le imprese del Nord e del Sud Italia: il differenziale dei tassi di interesse tra sud e centro-nord è arrivato nel 2012 a sfiorare il 35%.

Per evitare l'aggravarsi della situazione, occorre individuare misure alternative al credito bancario, quali finanza innovativa, mini bond, fondi strutturali europei. Squilibri di natura macroeconomica tra Nord e Sud Europa, politiche di consolidamento fiscale oltremodo severe in paesi come l’Italia, hanno favorito un processo di forte recessione economica che, in ultima istanza, ha ridotto la possibilità da parte delle banche di concedere credito al sistema produttivo. A tali tendenze più contingenti, se ne aggiungono altre che sembrano essere più strutturali come l'azione pro-ciclica di Basilea 3, che vincolando il credito a una maggiore patrimonializzazione delle banche lo ha reso più costoso e difficile. In un Paese come l’Italia, con un sistema molto bancocentrico, le PMI hanno ora bisogno di identificare strumenti tecnico-giuridici alternativi, per esempio, al conto corrente o al mutuo ipotecario.

Il decreto "crescita bis" ha introdotto lo strumento delle piccole emissioni per le società di capitali equiparando il trattamento civilistico e fiscale dei mini bond a quello riservato alle emissioni di bond di una società quotata. Il più recente decreto destinazione Italia ha potenziato lo strumento mini bond cercando di rendere più agevoli le emissioni di limitato importo e facilitando modalità aggreganti di mini bond, mediante fondi (si contano ad oggi 33 fondi che hanno annunciato iniziative relative a questa nuova asset class) e/o cartolarizzazioni. Il decreto interministeriale attuativo approvato pochi giorni fa, che diventerà operativo con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, permetterà alle PMI di emettere mini bond garantiti dal Fondo di garanzia nella misura massima del 50%. Le nuove misure legislative sembrano favorire la crescita del mercato dei mini bond. Ne è una testimonianza la lista di tali strumenti quotati su Extramot Pro che di settimana in settimana si allunga con nuove emissioni da parte di PMI.

Altri strumenti di sostegno alle PMI possono venire dai finanziamenti pubblici.


Il Fondo Centrale di Garanzia, come detto esteso recentemente ai mini bond, ha raggiunto nello scorso anno un picco di domande accolte (circa 77.000) e di finanziamenti garantiti (oltre 10 miliardi di euro).

A livello europeo le PMI possono accedere alle linee di finanziamento agevolato previste dai nuovi programmi Horizon 2020 e COSME, che offrono una grossa  opportunità di sostegno agli investimenti in innovazione, ricerca e internazionalizzazione a beneficio della competitività. Horizon 2020, in vigore da gennaio, ha un’importante dotazione finanziaria pari ad 80 miliardi di euro. Il Programma COSME 2014-2020 per la competitività di imprese e PMI ha semplificato le procedure per accedere ai finanziamenti rispetto al programma precedente. Tutti gli strumenti qui elencati, nonostante possano costituire valide e complementari alternative al credito bancario, devono essere accompagnati da un cambiamento di mentalità da parte degli impenditori italiani. Le PMI italiane sono spesso poco trasparenti, a causa anche dell'economia sommersa, non hanno rating interni e i bilanci non sono certificati da enti preposti.


Vi è poi la diffidenza di molti imprenditori nel perseguire strategie di crescita mediante accorpamenti dimensionali che permetterebbero un piu' efficace accesso al credito. Infine, va sottolineata la crisi della politica italiana che almeno nell'ultimo decennio, non è stata in grado di realizzare le riforme strutturali, necessarie per rendere il paese più efficiente e moderno. Anche su questo fronte sarebbe auspicabile un inversione di tendenza perche il sistema Italia non perda per l’ennesima volta il treno della crescita e dello sviluppo internazionale. Michele Rolleri e Mattia Vico, Commissione Mercato dei Capitali Assiom Forex

 


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