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04/02/2015

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Le imprese devono internazionalizzarsi. Ma come?

Secondo il network RSM International (presente anche in Italia) occorre un approccio multisciplinare guidato da strutture con competenze acquisite in ambito finanziario, fiscale, legale societario e di supporto nelle operazioni straordinarie

Ormai è chiaro, l'economia è globale, nei Paesi più avanzati del vecchio continente la domanda è ferma e per le imprese diventa fondamentale investire continuativamente in innovazione e trovare nuovi sbocchi di mercato. In altre parole, in un contesto economico a tratti regressivo, lo sviluppo delle imprese passa inevitabilmente da un processo di internazionalizzazione, da avviare ovvero da consolidare a seconda delle dimensioni e del settore di riferimento.
Il nostro Paese non fa eccezione, anzi. E la crisi dei consumi interni (i consumi delle famiglie residenti sono caduti dell'8,0% dall'inizio della crisi, -2,8% nel 2013 e +0,2% nel 2014 secondo le stime del Centro Studi Confindustria) ha spinto nell'ultimo periodo le imprese italiane a cercare sempre con maggior forza, nuovi sbocchi di mercato avvantaggiandosi anche dell'indebolimento dell'euro. Il peso delle esportazioni sul PIL italiano è pari al 28,6% nel 2013, superiore quindi al picco pre-crisi (27,4% nel 2007; era del 23,4% nel 2003).
L'incremento delle esportazioni è comunque un volano della crescita, innanzitutto nel settore manifatturiero (da cui proviene la grande maggioranza dei beni esportati) e di conseguenza in tutti i settori produttivi.

Secondo stime CSC, un aumento di un punto percentuale del tasso di crescita dell'export di merci è associato a un aumento di 0,21 punti percentuali del tasso di crescita del PIL nei Paesi avanzati (0,24 in Italia). In particolare, se nei prossimi cinque anni l'export italiano replicasse la perfomance di quello tedesco nel decennio pre-crisi, aumentando di 1,6 punti percentuali di PIL all'anno, si avrebbe una crescita aggiuntiva del PIL italiano dello 0,7% annuo, ossia una crescita totale più che doppia di quella attualmente prevista (0,6% annuo secondo l'FMI).
Ma si tratta di un percorso non proprio agevole e non a tutti accessibile. Per internazionalizzarsi, le imprese devono infatti dotarsi di risorse e professionalità, reperire informazioni e contatti e saper individuare partner strategici e commerciali. Ed è questo il percorso che vogliono offrire RSM Palea Lauri Gerla e le altre realtà del network RSM International presenti sul territorio, RSM Italy Audit & Assurance e RSM Italy Capital Markets.
Nel corso del Convegno "Going International", svoltosi il 16 gennaio 2015 a Torino, alcuni professionisti di studi membri del network RSM International provenienti da Stati Uniti, Cina, Polonia e Marocco hanno illustrato il quadro macroeconomico del proprio Paese e dell'area geografica di riferimento, fornendo indicazioni pratiche in merito alle opportunità d'investimento per le imprese italiane.



Frank Le Bihan, direttore dell'International Services Office (ISO) di McGladrey Inc, membro statunitense di RSM International, interfacciandosi con Marcello Rabbia di RSM Palea Lauri Gerla per gli aspetti legati alla strutturazione dell'investimento di un gruppo italiano, ha presentato i punti di forza del mercato americano, paese che la Banca Mondiale pone al 7° posto nel mondo per la facilità di fare business. Tra i paesi sviluppati, gli Stati Uniti guidano la crescita, con il Pil al +3 per cento, grazie a una ripresa degli investimenti nell'industria manifatturiera e al minor costo dell'energia e del petrolio in modo particolare.

Carlo Marini, Responsabile del Group Client Internationalization di Unicredit, ha affrontato, insieme a Maurizio Lauri di RSM Palea Lauri Gerla, il tema relativo al ruolo della banca come partner strategico nel processo di internazionalizzazione per le PMI. "Nel nostro Paese – sostiene Marini - le banche svolgono un ruolo di supporto alle imprese, e di supplenza alle istituzioni nazionali molto più sviluppato rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei, e alla Germania in particolare".




Bartosz Mi?aszewski è fiscalista esperto e Managing Partner di RSM Poland, realtà professionale con oltre 130 professionisti qualificati, e vanta una pluriennale esperienza nell'assistenza a società italiane che hanno sviluppato attività imprenditoriali in Polonia. Con Marco Carlizzi nel ruolo di correlatore, ha presentato le potenzialità dell'internazionalizzazione in Polonia, un Paese popoloso e giovane (24 milioni di polacchi in età produttiva, circa il 61% della popolazione), oltre 20 milioni di giovani parlano le lingue straniere e più di 2 milioni sono studenti universitari. Dal punto di vista economico, la Polonia è l'unico Paese a non essere mai entrato in recessione dall'inizio della crisi, anzi, dopo il boom economico del 2011, che ha visto una crescita del PIL del +4,3%, le prospettive restano favorevoli. La Polonia continua la sua crescita, rimanendo tra i paesi dell'est europeo con le migliori potenzialità nel medio-termine.

Flame Zheng, Tax Partner di Ruihua – RSM China, vanta una spiccata esperienza nella consulenza di varia natura, tra cui deal structuring, pianificazione di investimenti sul territorio cinese, cash repatriation, M&A, IPO e business modelling.


Con Maurizio Ferrero di RSM Palea Lauri Gerla intervenuto come correlatore, ha messo in luce le potenzialità del mercato cinese. "Dal gennaio 2014 al novembre 2014, gli investimenti diretti dalla Cina al mondo sono aumentato del 11,9%. Secondo il rapporto dell'American Asia Society, gli investimenti diretti esteri in Cina raggiungeranno un importo di $ 2.000 miliardi dollari nel 2020", ha dichiarato Flame Zheng.

Ivan Gasco di Palea Lauri Gerla ha introdotto Barbara D'Andrea del Fondo Strategico Italiano, che ha presentato le attività del FSI ed ha illustrato nel suo intervento il ruolo del private equity found nel finanziamento del processo di internazionalizzazione"I Paesi emergenti e in via di sviluppo, che ormai realizzano oltre la metà del Pil mondiale, si confermano l'area più dinamica - si legge nel Rapporto ICE 2014 "L'Italia nell'economia internazionale" - Cina e India, che da sole pesano per oltre il 20 per cento, dovrebbero registrare andamenti diversi: a fronte di un'accelerazione del Pil indiano (+5,4 per cento), la Cina dovrebbe sperimentare un lieve rallentamento, portandosi al 7,5 per cento.


Una crescita piuttosto sostenuta (tra il 5,4 e il 3,2 per cento) è attesa anche per l'Africa e il Medio Oriente".

Tarik Bouziane lavora con clienti attivi a livello internazionale dal 1995, fornendo soprattutto attività di audit, reporting finanziario e due diligence, grazie anche agli anni di esperienza in Francia e Marocco all'interno di Ernst & Young, avendo guidato con successo molti incarichi complessi di revisione transfrontaliera e di reporting finanziario, soprattutto in Marocco e Francia.
Con il contributo del correlatore Andrea Tuccio di RSM Italy Capital Markets, ha illustrato le enormi potenzialità dell'Africa, continente che nello scorso decennio ha fornito 6 tra le 10 economie con tasso di crescita maggiore del mondo. Il Marocco, inoltre, è uno dei pochi stati del nord Africa a non aver vissuto lo shock economico derivante dalla primavera araba, e quindi in grado di offrire un mercato sicuro, in pieno sviluppo economico e finanziario.

Al termine del convegno si è svolto l'evento celebrativo dedicato ai 65 National Champions italiani degli European Business Awards 2014-2015, alla presenza di Adrian Tripp, CEO degli European Business Awards.



Gli European Business Awards (EBA) sono l'evento progettato per individuare e promuovere l'eccellenza, la best practice e l'innovazione nella comunità imprenditoriale europea. Attualmente il più importante riconoscimento di business d'Europa, gli EBA sono una vetrina privilegiata e un'occasione di visibilità unica nel loro genere.
Per vedere i vincitori italiani: http://rsmitaly.com/media/european-business-awards/italian-national-champions/.
Il National Public Champion sarà annunciato il prossimo 3 maggio.  


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