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22/04/2015

economia

La BCE ridistribuisce le carte dell'asset allocation

Candriam: il rendimento atteso dell’'azionario dell’'area Euro è ancora pari al 20%, anche dopo il rialzo dell’inizio di quest’'anno. Sul piano delle obbligazioni, rimane del potenziale nei titoli ad alto rendimento (High Yield) e in quelli dei mercati emergenti

In questi ultimi tre anni i mercati obbligazionari e azionari hanno registrato una performance impressionante. Le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali hanno spinto i tassi al ribasso e sostenuto i titoli azionari. Dall'inizio dell'anno sono indiscutibilmente i mercati azionari a volare in testa alla classifica, malgrado le incertezze legate alla Grecia e all'evoluzione della situazione geo-politica fra Russia e Ucraina. Sostenuti dal lancio del programma di quantitative easing della Banca Centrale Europea e dal miglioramento significativo delle prospettive economiche, il mercato azionario dell'area Euro è, senza alcun dubbio, "the place to be", mentre è senz'altro consigliabile evitare le obbligazioni.

L'accelerazione dell'area euro

Nel 2014 l'economia americana ha conosciuto un anno eccellente e si prevede che questa tendenza continui nel corso dei prossimi mesi, malgrado l'appezzamento del dollaro. "I consumi sono sostenuti dalla buona tenuta del mercato del lavoro e dal significativo ribasso del prezzo della benzina.

L'economia americana dovrebbe crescere quest'anno di circa il 3", ha commentato Vincent Hamelink, Chief Investment Officier di Candriam Investors Group (Candriam).
Nel frattempo, l'economia della zona Euro accelera, in ragione dei limiti finalmente apportati agli inasprimenti delle politiche di bilancio, oltre che di una ripresa graduale del consumo in seguito al ribasso del prezzo del petrolio e, soprattutto, grazie al deprezzamento dell'euro, che favorisce la crescita delle esportazioni. Candriam si attende una crescita economica pari all'1,5% per quest'anno, e persino del 2% nel 2016.

Le banche centrali in primo piano

Mentre l'economia si sta normalizzando gradualmente, le banche centrali continuano a giocare un ruolo determinante mantenendo i tassi d'interesse a livelli storicamente bassi e fornendo la liquidità necessaria. La Banca Centrale Europea e la Banca del Giappone hanno più che compensato la sospensione delle misure di sostegno della Riserva Federale dello scorso anno. "Inoltre, le Banche Centrali sono passate da una politica di tassi d'interesse a zero ad una politica di tassi d'interesse negativi", ha evidenziato Candriam.

"Questo ha avuto un effetto manifesto sui mercati obbligazionari, dove si registra un rendimento superiore all'1% soltanto nella parte terminale della curva dei tassi".

Diversificazione mediante varie divise

Il mercato obbligazionario si trova ad un bivio. Le obbligazioni europee non sono mai state tanto costose. Il programma di acquisto degli attivi avviato dalla BCE questa settimana s'iscrive in un ciclo di tagli di bilancio, ma queste misure stanno creando significative distorsioni nell'ambito obbligazionario europeo. Sebbene l'80% dei rendimenti dei titoli obbligazionari sia inferiore all'1%, le prospettive di rendimento sono attualmente deboli.
Tuttavia, malgrado questa immagine contraddittoria, esistono ancora molteplici opportunità per l'investitore capace di guardare al di là dell'area Euro.
"La diversificazione del portafoglio nel segmento obbligazioni governativo offre rendimenti positivi, grazie alle obbligazioni norvegesi, australiane o polacche e, tanto più, perché le Banche Centrali di questi Paesi potrebbero ribassare ulteriormente i tassi di riferimento", ha spiegato Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income di Candriam.




La scelta delle obbligazioni high yield e dei mercati emergenti

Sebbene l'obbligazionario governativo emergente vanti un ulteriore potenziale di quasi il 5% per i mesi a venire, potrebbero risentire nel breve termine della normalizzazione delle misure della Federal Reserve. "Per beneficiare di queste prospettive, la selezione delle singole emissioni è fondamentale. Ad esempio, il Kazakhstan o lo Sri Lanka consentono ancora di raggiungere un rendimento vicino al 6% per le obbligazioni denominate in dollari", ha commentato Nicolas Forest.
Le obbligazioni corporate rappresentano un'ulteriore opportunità. Mentre la BCE si limita all'acquisto di obbligazioni sovrane, si intensificherà la ricerca di obbligazioni corporate. Alcune obbligazioni ibride offrono rendimenti ancora decenti, beneficiando di fondamentali in via di miglioramento. Al di fuori dell'area Euro, le obbligazioni USA ad alto rendimento offrono un potenziale ancora maggiore, e questo mentre la maggior parte delle imprese americane sta cercando di finanziarsi in Europa.

Un potenziale di rialzo del 20% per l'azionario europeo

I mercati azionari presentano ancora potenzialità, malgrado le buone performance degli ultimi tre anni.


La liquidità e la crescita rimangono elementi chiave per il proseguimento della progressione e le valorizzazioni dei titoli azionari restano interessanti, soprattutto se confrontati con i rendimenti obbligazionari, prossimi ai minimi storici.
L'area euro è chiaramente la zona da selezionare. I mercati azionari traggono vantaggio da una maggiore spinta economica relativa rispetto agli Stati Uniti e di un maggiore potenziale di ripresa dei risultati aziendali, sulla scia della crescita economica. "Una crescita economica reale dall'1 al 2% produce un impatto positivo di oltre il 10% sugli utili attesi", ha affermato Koen Maes, Global Head of Asset Allocation. "Per di più, il deprezzamento dell'Euro rappresenta un bonus per la redditività dele imprese dell'area Euro".
Inoltre, le previsioni a 12 mesi degli utili per azione dell'indice MSCI Europe rispetto agli Stati Uniti sono attualmente ai minimi degli ultimi 15 anni.

Investire nel DAX e nelle piccole capitalizzazioni

Un modo per capitalizzare la ripresa economica e la svalutazione dell'euro è di investire nel DAX, l'indice principale del mercato tedesco.


"Le imprese tedesche sono quelle che trarranno i maggiori vantaggi dalla svalutazione dell'Euro, visto che oltre il 56% del fatturato delle imprese del Dax è realizzato al di fuori del continente europeo", ha evidenziato Candriam. "Inoltre, la previsione del price/earning relativa al DAX rispetto all'MSCI è molto interessante e il DAX non presenta alcuna esposizione al settore energetico".
Anche il segmento small cap è attraente in ottica di vantaggi derivanti dalla ripresa dell'area Euro. Infatti, la performance relativa delle small cap rispetto al mercato allargato dipende molto dall'evoluzione degli indici delle attività (PMI) che mostrano attualmente una tendenza al rialzo. Inoltre, le small cap costituiscono un'esposizione a leva sulla crescita, in quanto l'andamento dei loro profitti è più volatile e quindi potenzialmente maggiore durante i periodi di espansione economica.
 


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