La caduta dell'oro
Secondo gli analisti di Saxo Bank, cresce la domanda di oro fisico. Ma dopo il 16 dicembre, post decisione della Fed, il metallo giallo potrà spingersi ancora più basso, e puntare forse al livello psicologico dei 1000 dollari per oncia
Le quotazioni dell'oro sono tornate sui minimi di inizio del terzo trimestre 2015 a causa dell'incertezza legata agli effetti di un aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel meeting di dicembre. Ma, come evidenziato dall'ultima pubblicazione del World Gold Council (WGC), la discesa delle quotazioni dell'oro nell'ultimo trimestre (luglio-settembre) ha portato ad un aumento delle richieste di acquisto fisico, cosa che potrebbe indurre a pensare ad un sostegno del prezzo nel tempo, anche se da solo non è forse sufficiente

Nel rapporto del WGC troviamo diverse importanti indicazioni. La domanda di oro nell'ultimo trimestre è salita dell'8% y/y (raggiungendo il picco a due anni di 1,120.9 tonnellate). Il deflusso dagli ETF hanno contribuito alla riduzione dei prezzi nel mese di luglio, che ha premiato di conseguenza la domanda. Successivamente, una svolta positiva degli investitori istituzionali ha portato nuovi modesti afflussi verso gli ETF tra agosto e settembre portando nuovamente le quotazioni salire.
Sempre nel rapporto del WGC si legge che le banche centrali hanno acquistato oro per 175 tonnellate, riconoscendo quindi i benefici della diversificazione. Ed infine dopo un lungo periodo di crescita, l'offerta di oro dalle miniere è calata dell'1% nel terzo quarto.
Dopo il meeting del 28 ottobre del FOMC, che ha aumentato le possibilità di un rialzo dei tassi in dicembre, vi sono state vendite importanti sul mercato. Il via libera all'aumento dei tassi (per la prima volta da giugno 2006) è stata inoltre sostenuta dagli ottimi dati sul mondo del lavoro statunitense del 6 novembre. Quindi il possibile rialzo dell'oro ha avuto e avrà vita difficile nel corso degli ultimi giorni.
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