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12/10/2016

economia

Immobiliare: italiani piu' fiduciosi in una ripresa

Pizzoli (ING Bank): cresce la percentuale di coloro che pensano che i prezzi delle case saliranno nel prossimo anno, ma il dato resta sotto la media europea. Circa tre italiani su dieci fanno fatica a gestire i pagamenti del mutuo

La quinta edizione dell'Indagine Internazionale ING "Case e Mutui" - svolta su un campione di circa 15.000 individui di 15 Paesi tra Europa, Stati Uniti e Australia - ha analizzato le percezioni delle persone rispetto alle case in relazione a tre dimensioni: livello dei prezzi, capacità di far fronte ai bisogni abitativi e soddisfazione rispetto alla propria situazione.
In Italia, il 37% degli individui intervistati crede che nei prossimi 12 mesi i prezzi delle case saranno in salita, contro una media europea del 56%, il dato più basso tra i Paesi interessati dalla rilevazione, anche se l'andamento segna un incremento del 4% rispetto al 2015. Nonostante un trend leggermente positivo, gli italiani rimangono dunque i meno fiduciosi in Europa sulla crescita dei prezzi delle case, seguiti da Polonia, Francia, Spagna, Repubblica Ceca e Romania. Ciò nonostante, quasi la metà degli intervistati in Italia crede ancora che i prezzi delle case non possano crollare, a fronte di una media europea del 42%. Il Paese con la variazione più sensibile rispetto al 2015 è invece la Gran Bretagna dove la percentuale di coloro che si attendono un rialzo dei prezzi passa dal 70% del 2015 al 57% del 2016 (-13%), dato su cui pesa probabilmente l'effetto della Brexit.


L'indagine ha evidenziato anche altri aspetti degni di nota: agli intervistati è stato chiesto quanto la situazione del mercato immobiliare impatti sulle scelte di vita. E' emerso che in Italia il 29% del campione dichiara di non potersi permettere di andare a vivere da solo, in linea col dato europeo. Il 20% afferma invece di rimandare la decisione di avere figli anche a causa delle condizioni abitative, contro la media europea del 16% mentre il 15% si vede costretto a rinviare il momento della pensione, a fronte di una media del 12%. Gli intervistati si sono espressi anche rispetto ai fattori che avrebbero la maggiore incidenza sul prezzo delle abitazioni: al primo posto troviamo il fisco, citato dal 22% degli italiani intervistati, dato doppio rispetto alla media europea dell'11% e pari solo a quello della Spagna. Rispetto al 2015, che aveva registrato un miglioramento su questo fronte, gli italiani sembrano incontrare maggiori difficoltà nel far fronte alle rate del mutuo o dell'affitto: il 27% di chi ha un mutuo dichiara di fare fatica a gestire le spese per la rata mentre è il 38% degli affittuari a dichiarare di avere difficoltà a far fronte al canone mensile.

In entrambi i casi, gli italiani mostrano comunque di avere più problemi rispetto al resto d'Europa, dove solo il 26% dei mutuatari ed il 24% degli affittuari segnalano difficoltà nel far fronte agli impegni mensili.
Complessivamente, gli italiani risultano essere tra i meno soddisfatti rispetto alla propria situazione abitativa: solo il 68% dei proprietari di casa (contro una media del 77%) si dichiara contenta della propria situazione abitativa, percentuale che scende al 52% (contro una media del 57%) per chi vive in affitto.
"L'indagine Internazionale ING Bank Case e Mutui continua a segnalare una forte differenziazione delle aspettative sull'andamento dei prezzi delle case fra i Paesi europei, possibile riflesso della diversa velocità di crescita delle economie", ha commentato Paolo Pizzoli, Senior Economist ING Bank Italia. "La bassa percentuale di Italiani che si aspetta un aumento dei prezzi delle case nei prossimi dodici mesi ben riflette l'attuale stato del mercato immobiliare, ancora caratterizzato da prezzi in diminuzione, sia pure a tassi decrescenti. Sorprende piuttosto che, nonostante la discesa dei prezzi medi nazionali delle case duri in Italia da quattro anni, sia ancora il 47% degli italiani intervistati ad essere d'accordo con l'affermazione che 'i prezzi delle case non scendono mai'.


Una distorsione che potrebbe incoraggiare le persone a sottostimare il rischio connesso all'acquisto di una proprietà immobiliare".


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