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01/08/2018

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2017 anno record per export e saldo manifatturiero

Secondo il Rapporto Istat-ICE le esportazioni sono hanno raggiunto i 448 miliardi (+7,4%), il saldo manifatturiero i 96 miliardi, e siamo al 3°posto per crescita tra i top 10 esportatori mondiali

Nel 2017, il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, è in forte aumento rispetto al 2016 (+10,6%) dopo due anni di continue flessioni. Questo è il risultato di un'espansione sia dei volumi scambiati (+4,5%) sia, in misura più marcata, dei valori medi unitari (+6,1%). Risulta in crescita anche il valore nominale dell'interscambio mondiale di servizi (+7,5%). Gli investimenti diretti esteri registrano una decisa diminuzione (-23,4%).
In questo quadro internazionale, l'Italia registra una crescita sostenuta del valore in euro sia delle merci esportate (+7,4%) sia di quelle importate (+9,0%). Queste dinamiche determinano una riduzione dell'avanzo commerciale (2,2 miliardi in meno rispetto al 2016), che nel 2017 raggiunge i 47,4 miliardi di euro. Al netto dei prodotti energetici, l'attivo commerciale è di 81,0 miliardi di euro, con un ampio incremento sul 2016 (+4,5 miliardi). Nel 2017, diminuisce lievemente - da 2,95% a 2,92% - la quota di mercato dell'Italia sulle esportazioni mondiali di merci (misurata in dollari).


Sul podio delle performance settoriali delle nostre esportazioni troviamo la farmaceutica, +16%, seguita al secondo posto dalla metallurgia +9,9% e dai prodotti chimici +9%. Tra i principali settori tradizionali del Made in Italy, emerge l'accelerazione dell'industria alimentare (+7,5%) mentre il sistema moda ha avuto una crescita più contenuta (articoli di abbigliamento +4,7% articoli in pelle +5,9%). Per ognuno di questi settori l'incremento dei valori medi unitari delle esportazioni è stato superiore alla dinamica dei prezzi, il che è indice di un miglioramento qualitativo del mix di prodotti esportati.
La crescita delle esportazioni italiane è stata particolarmente sostenuta nei mercati extra UE con performance particolarmente positive in Cina (22%), Brasile (19%), Russia (19%), Sud Africa (16%) e Stati Uniti (10%). In Europa invece i Paesi che hanno registrato una crescita elevata nelle vendite di prodotti italiani sono l'Irlanda (34%), la Slovenia (13%), il Portogallo (13%), la Polonia (12%), la Repubblica Ceca (11%) e la Spagna (10%). Inoltre, negli ultimi anni è aumentato molto il peso del Nord America, anche in relazione ai flussi di scambio intra-aziendale delle multinazionali e nel Regno Unito.


Nella classifica fra i top 10 esportatori mondiali, l'Italia si conferma al 9° posto con una crescita dell'export superata solo da Corea del Sud e Paesi Bassi.
Tutti numeri che evidenziano il continuo interesse della domanda mondiale verso i prodotti di qualità tipici del Made in Italy e soprattutto un aumento del valore medio esportato per impresa (+6,2%).
Per quanto riguarda i flussi di investimenti diretti esteri, questi sono diminuiti a livello mondiale, soprattutto nei paesi avanzati (-37,1%), in massima parte per l'assenza di grandi operazioni di fusione e acquisizione. Gli IDE mondiali registrano -23,4%, quelli europei -42,1% mentre l'Italia ha subito un calo del -23,2%. Numero destinato a tornare positivo se si concretizzeranno alcune importanti operazioni previste nel 2018.
Questi i principali risultati emersi dalla presentazione del Rapporto Istat-ICE 2017-2018 "L'Italia nell'economia internazionale".
Con il 2017 si è chiuso il primo triennio del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy. Gli interventi più importanti hanno riguardato: la realizzazione di progetti promozionali per il sostegno di specifici settori, iniziative di valorizzazione delle principali manifestazioni fieristiche italiane, campagne per rafforzare la presenza dei prodotti italiani presso le catene della GDO e sostenere il loro accesso alle piattaforme di eCommerce, azioni di formazione e strumenti - come i voucher per il temporary export management - per accrescere le competenze necessarie alle PMI per espandersi sui mercati esteri, campagne di comunicazione per promuovere l'immagine del Made in Italy sui mercati esteri.



I risultati delle misure realizzate, analizzati in uno studio commissionato dal MiSE, evidenziano ricadute positive sulle imprese coinvolte (circa 17.000) e sul sistema economico nel suo complesso. L'88% delle imprese che hanno partecipato alle attività di formazione e informazione ha avviato nuovi progetti di sviluppo internazionale. Il valore medio in termini di ricavi generati dall'investimento di 1 euro in attività di promozione è pari a circa 3 euro con punte di 14/15 euro nella GDO e di 4/5 euro per i progetti di potenziamento delle fiere.
L'impegno dell'Agenzia ICE, insieme a tutti gli attori istituzionali per l'internazionalizzazione, continuerà e si intensificherà per favorire l'aumento del numero degli esportatori, dei valori medi esportati e delle opportunità di internazionalizzazione per le imprese del Mezzogiorno. Particolare attenzione sarà rivolta a promuovere l'internazionalizzazione in Asia e a tutti i canali di commercio digitale, anche favorendo lo sviluppo delle competenze nelle imprese e con azioni di comunicazione volte ad ampliare la narrativa della competitività italiana.



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