Accelera ancora nel 2019 il mercato del factoring in Italia
A livello continentale siamo sul podio con Francia e Gran Bretagna, davanti alla Germania. Volume d'affari oltre i 240 miliardi (+8,32%) per un business che vale il 14% del Pil
L'Italia si conferma big europea e mondiale del factoring, l'attività finanziaria - di importanza strategica per il sistema produttivo - che consente alle imprese di evitare gli effetti negativi dei ritardi nei pagamenti.
Con un volume d'affari di oltre 240 miliardi di euro nel 2018 (+8,32%), pari al 14% del Pil nazionale, il mercato italiano del factoring è il terzo in Europa dopo Francia e Gran Bretagna (ma davanti alla Germania) e il quarto nel mondo, dove soltanto la Cina precede in classifica le tre big europee. Lo ha sottolineato il presidente di Assifact, Fausto Galmarini (nella foto), nella sua relazione all'Assemblea annuale dell'associazione che riunisce gli operatori italiani del factoring.

La posizione di vertice dell'Italia trova conferma nella forte accelerazione della crescita nel 2019: +19,32% a gennaio, +21,73% a febbraio e +15,83% a marzo, con un volume d'affari cumulativo di 58,580 miliardi di euro nel primo trimestre.
Per le operazioni di finanziamento attraverso il factoring la qualità del credito - ha tenuto a sottolineare Galmarini - anche nel 2018 è rimasta alta: l'incidenza delle esposizioni deteriorate sul totale si è ridotta al 5,23% rispetto al 10,4% degli impieghi bancari, mentre le sofferenze rappresentano soltanto il 2,25% contro il 5,6% medio dell'attività bancaria.
Per le società di factoring le nuove sfide, ma anche le nuove occasioni di sviluppo del business, vengono dall'evoluzione tecnologica e dalle innovazioni digitali che hanno già aperto per il factoring l'era del fintech.
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