Unione Europea alle corde
L'UE a trazione franco-tedesca ci spremerà come limoni per tenersi in vita. Si prepara infatti una nuova stagione di svendite di asset strategici. Basterà per farla sopravvivere?
E' la nonna di ogni problema e la madre delle relative soluzioni. No, non parliamo dell'uovo e della gallina, ma dell'Unione Europea, e dei trattati di Mastricht per la precisione.
E' chiaro ormai a tutti che l'Italia, e i Paesi del sud Europa, sono stati penalizzati a favore della Francia e della Germania (e dei suoi naturali vassalli (Olanda, Austria, Finlandia ecc.).
L'euro suggellò le pareti della gabbia e, attraverso la BCE, rese l'Italia - secondo Paese per attività manifatturiera - subalterna dei diktat imposti da Francoforte.

Da quel corpo di trattati ne uscirono poi altri, come il fiscal compact che, di fatto, imbrigliarono in una gabbia i Paesi, attraverso una serie di decreti che limitarono sempre di più la possibilità dei governi di incidere sulle politiche economiche nazionali (le "Direttive"). E la Commissione Europea fu sempre nominata a immagine e somiglianza con questa visione.
Alzi la mano chi si ricorda una decisione non cosmetica che si sia rivelata in qualsiasi modo a favore dell'Italia e a svantaggio di Francia e/o Germania. Non ci sono mani alzate perché non esiste una simile decisione.
E questo ci porta al problema iniziale.
Che questa EU28 - 28 finchè non ci sarà la Brexit - sia modellata per avere un traino franco-tedesco è lampante. La politica finanziaria dei due Paesi ha consentito loro di cannibalizzare imprese e ricchezze degli altri stati membri. Hanno le banche più importanti, le multinazionali continentali più grandi, i governi più forti e impongono le loro politiche.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
