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25/03/2020

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Murolo (Deloitte): 5 linee guida per affrontare la crisi indotta dal COVID-19

Pianificazione strategica di lungo termine e approccio flessibile sono fattori chiave per le imprese italiane che vogliono continuare a crescere anche in un contesto di incertezza

L'Italia sta attraversando un periodo decisamente difficile, con il coronavirus che arriva in una situazione in cui l'economia italiana, ma europea più in generale, manifestava già segnali di forte rallentamento. Uno scenario come quello di questi giorni era quasi impossibile da ipotizzare, e le aziende hanno bisogno di un nuovo paradigma per poter affrontare la situazione.  

La ricerca "How to win in volatile times: strategie a prova di crisi" di Monitor Deloitte, identifica per i CEO delle aziende italiane alcuni strumenti fondamentali per continuare a crescere e prosperare nel nuovo contesto di elevata volatilità indotto (anche) dalla diffusione del COVID-19. Ne abbiamo parlato con Carlo Murolo, Leader Monitor Deloitte Italia. Quali sono i risultati principali della vostra ricerca?

La nostra ricerca sottolinea come nell'attuale scenario, in cui l'Italia e il mondo intero sono sottoposti a uno stress-test eccezionale, diversi fattori suggeriscano l'avvicinarsi di un periodo di particolare volatilità se non una vera e propria recessione.

A differenza di quanto accaduto durante la crisi del 2008, abbiamo riscontrato come molte aziende italiane abbiano già provveduto ad attrezzarsi, facendo registrare un miglioramento di diversi indicatori finanziari fondamentali: gli investimenti intangibili hanno registrato un +23% dal 2008, la bilancia dei pagamenti italiana si è attestata a +39,3 mld di euro nel 2018, e l'indice di debito/capitale sociale è passato dal 63,2% del 2009 al 52,9%.
Le aziende italiane oggi sono quindi più pronte per affrontare un nuovo contesto di elevata volatilità. Per prosperare in tempi di stagnazione, o recessione, i fondamentali di bilancio sono un ingrediente chiave ma non sufficiente: una chiara strategia di lungo periodo e un approccio nuovo ed evoluto di pianificazione strategica faranno la differenza per vincere in tempi di crisi. Questa definizione di una chiara direzione strategica è un punto di particolare attenzione per le PMI, componente fondante del tessuto imprenditoriale italiano.

Infatti, come evidenziato nella recente Family Business Survey del 2019, solo 1 azienda su 2 ha un vero e proprio piano strategico e la maggior parte (77%, quasi 4 su 5) dei leader di aziende familiari dichiara di non avere sviluppato una direzione per la propria realtà oltre i 5 anni. Quali sono le 5 linee guida per le aziende italiane?

Al fine di supportare la leadership aziendale, come Monitor Deloitte abbiamo sviluppato un approccio proprietario per vincere anche in contesti di incertezza e abbiamo identificato 5 linee guida per competere e prosperare in futuro, recessione o meno. Innanzitutto dobbiamo imparare ad immaginare il futuro: gli scenari che possono materializzarsi nel futuro sono molteplici e generano incertezza sul contesto competitivo.
Occorre pianificare, non tanto per eliminare le incertezze, ma per essere in grado di gestirle. Subito dopo questo passaggio, è necessario definire un percorso: dopo aver raggiunto una visione chiara di quelle che sono le minacce e le opportunità, è fondamentale stabilire il percorso che l'azienda dovrà intraprendere per raggiungere il posizionamento strategico desiderato.


In base alla definizione di questo percorso, dobbiamo agire con decisione.
Prepararsi in anticipo, invece di reagire, consente di mantenere i vantaggi competitivi e lavorare in condizioni più favorevoli. Definire in tempi brevi direttrici strategiche caratterizzanti il futuro della propria azienda è vitale. Oltre a questo bisogna diventare e pensare agile. Occorre mantenere la flessibilità che permette di cogliere le opportunità e aggirare gli ostacoli lungo il percorso. Un approccio flessibile non significa solo intervenire su strategia e organizzazione, ma soprattutto lavorare sulla cultura aziendale per favorire il cambiamento continuo.
Infine, ricordiamoci che copiare la ricetta di altri non serve. Le crisi separano chiaramente vincitori e vinti, rafforzando il vantaggio competitivo dei primi e facendo emergere le debolezze dei secondi. Per posizionarsi tra i vincitori vanno dimenticate le best practice di altri o ricette pre-confezionate: la soluzione più efficace che possiamo adottare è costruire il nostro modello di business per lo specifico contesto in cui competiamo. Voi siete leader nella consulenza strategica.


Come la vision del futuro può aiutare le aziende (specialmente le PMI) a rimanere o diventare protagonisti sui mercati?

Il concetto stesso di vision e pianificazione strategica negli ultimi anni si è evoluto: i leader aziendali della strategia (intervistati da Monitor Deloitte nel Global CSO Survey svolto in partnership con la Kellogg School of Management), stanno sempre più considerando periodi temporali di analisi e sviluppo ben oltre il tipico triennio, arrivando a guardare oltre 10 anni più lontano, accompagnati da cicli di review e ri-orientamento frequenti (anche infra-annuali) che tengano conto degli avvenimenti, delle evoluzioni tecnologie e dei risultati del periodo in esame. Questo permette di delineare ipotetici scenari futuri ai quali essere preparati, non tanto per eliminare l'incertezza, ma per essere in grado di gestirla. È cruciale quindi che le aziende siano pronte al cambiamento, flessibili, e quindi propense ad intercettare le possibilità che il mercato offre in ogni momento, anche in quelli più delicati.


All'interno della nostra ricerca proponiamo alcuni casi di studio italiani di realtà che, a vari livelli, si sono distinte in tempi di crisi, oltre che un vero e proprio approccio proprietario, strutturato su 3 step, per guidare le aziende alla vittoria competitiva anche in contesti di incertezza. A suo parere, visto lo scenario internazionale, quali scenari si prospettano a 1-2 anni per l?industria italiana?

L'Italia viene da un periodo di lunga stagnazione e fino a poco prima dello scoppio del contagio COVID-19, anche le stime più rosee prospettavano una crescita del PIL nell'intorno dell'1% fino al 2022. Quindi lo scenario già prima, come delineato nella nostra ricerca, non era certamente di significativo rilancio, almeno come media Paese.
Ora l'aspettativa, e devo dire l'augurio, è che la risposta si possa trovare guardando la storia: quando storicamente abbiamo passato i periodi di maggiori difficoltà (economica), siamo riusciti come sistema paese (e popolo) a mettere da parte i campanilismi e a fare quelle scelte ed azioni, spesso difficili, che in momenti di equilibrio non abbiamo avuto il coraggio e la forza di fare.



Se sapremo reagire prontamente, azionando politiche a sostegno delle imprese con il supporto - o quantomeno - l'avvallo dell'Europa, come alcuni analisti ipotizzano, nel medio termine il contesto difficile che stiamo vivendo in queste settimane potrebbe condurci ad una crescita più accelerata. Forse già a partire dal Q42020, con un ribalzo soprattutto nel 2021.
Una cosa è certa, le scelte strategiche che il Governo e il Management delle aziende prenderanno in questo periodo di volatilità, saranno la chiave di volta per determinare come e con che tempistiche sarà possibile ripartire.  

 


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