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09/02/2022

leisure

Nuovo lavoro nuovi manager

Serve una rivoluzione di testa più che di modelli. È il solo modo per dare un senso a ciò che stiamo vivendo. Lo smart working rappresenta la dimostrazione che cambiare è possibile

Pier Luigi Celli, manager di lungo corso, intellettuale acuto ed ironico (così lo ricordo nelle conversazioni da Tagiura a Milano!), mette nero su bianco nel suo ultimo scritto "La vita non è uno smart working. Ma le imprese possono imparare a non perdere l'occasione", edito da Este Libri, una serie di drammatiche realtà. Su cui è bene tutti, entro e fuori l'impresa, pongano attenzione. Il punto di partenza è naturalmente il Covid e gli effetti che questa esperienza non ancora chiusasi ha prodotto nelle imprese e nelle certezze che intorno ad essa si sono create generazioni di manager.

Con il lavoro da remoto, sono cambiati i paradigmi dell'impresa, la sua storia, il suo storytelling. La persona, sia essa manager o dipendente, sono azzerati nella loro graduatoria valoriale. L'impresa che c'era fino al febbraio 2020 non si tiene in vita solo con lo smartworking. Occorre ripensare e adattare la propria mission e prospettiva future. Partendo dalla testa di chi la governa. "Serve una rivoluzione di testa più che di modelli. È il solo modo per dare un senso a ciò che stiamo vivendo. Per quanto interessante e provocatorio, non sarà lo smartworking, di per sé, che cambierà il grigiore delle prevenzioni e delle paure in sospeso, né renderà automaticamente belle e innovative da solo le nostre organizzazioni. Ma può insegnare che cambiare è possibile, e probabilmente anche molto interessante, così da ridare una dignità maggiore al lavoro, sfruttando quanto la vita, le relazioni e le emozioni di questi tempi hanno costretto tutti a capire", racconta Celli nell'introduzione.

La normalità ereditata è inservibile, in prospettiva, con le sue liturgie, gli strumenti e le forme di riconoscimento formali codificate negli anni. E i capi, soprattutto quelli che reggono le posizioni di comando, sono innanzi ad un bivio amletico: o si attrezzano in fretta per rimettersi all'altezza della complessità dei compiti che li aspettano, o saranno loro che diventeranno presto il problema da affrontare. Un momento di grandi cambiamenti, purché qualcosa avvenga. In questo scenario servono manager audaci - e fin qui ci siamo - di vedute lunghe e innovative, non governati dalla sola logica del profitto e della soddisfazione degli azionisti. Ma soprattutto occorre una nuova generazione di HR, di persone che accanto alla tecnica di base mettano la propria progettualità e intelligenza al servizio di tutti.


Titolo: La vita non è uno smart working. Ma le imprese possono imparare a non perdere l'occasione
Autore: Pier Luigi Celli
Editore: Este
Pagine: 160

Federico UnniaAures Strategie e politiche di comunicazione

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