Editoriale
Fuga da Borsa Italiana: brutto segnale
La mancanza di dinamicità nel panorama imprenditoriale italiano è un tema di crescente preoccupazione, evidenziato dall'osservazione del numero crescente di delisting dalla Borsa di Milano.
Un fenomeno da comprendere, perché ha dei risvolti particolari e non credo significhi semplicemente una perdita di interesse nel mercato dei capitali.
Temo che ci sia meno fiducia sullo stato di salute della finanza del nostro Paese e sulla capacità di attrarre investimenti stranieri.
Se la situazione è "stagnante" la finanza non riesce a soddisfare le richieste delle imprese.
Da qui potremmo facilmente pensare al ruolo della politica, ma è come sparare sulla Croce Rossa.
Viviamo però un paradosso altrettanto significativo: una Borsa che suscita scarso interesse e una disponibilità di investimenti da parte di famiglie e imprese tra le più alte d'Europa.
Abbiamo un problema, perché c'è una significativa disconnessione tra il potenziale economico e la realizzazione di investimenti concreti.
Qual è il potenziale del nostro Paese?
Lo stiamo sfruttando?
Stiamo mettendo a terra le risorse economiche (PNRR compreso)?
Gli investimenti portano il benessere economico a lungo termine, ma troppo spesso ci accontentiamo di arrivare a portare i risultati economici per la fine dell'anno.
Non è nemmeno accontentarsi, ma pararsi il c..o.
Una visione miope.