24/04/2024
Editoriale
Adattarsi alla Skill economy
La Skills Economy, nata nel 2008 e accentuata dalla pandemia, ha radicalmente trasformato il mondo del lavoro.
Ora, le aziende valutano le competenze pratiche e l'esperienza più dei tradizionali titoli accademici.
Secondo lo studio di Future of Jobs Report del World Economic Forum, entro il 2028, il 44% dei lavoratori dovrà aggiornare le proprie competenze, poiché il mondo del lavoro richiede sempre più rapidamente nuove abilità.
Questa sfida ha portato il 70% dei leader aziendali a riconoscere un divario di competenze che sta impattando negativamente sulle prestazioni aziendali.
Basta la formazione tradizionale?
La domanda però è mal posta! Infatti, la Gen Z ritiene che l'apprendimento sia fondamentale per progredire nella carriera.
I giovani sono già in questo mood.
Insieme ai Millennial rappresentano il futuro e, soprattutto, stanno già impattando pesantemente nel mondo del lavoro, chiedendo Smart Working e bilanciamento della vita tra lavoro e privata.
La formazione continua diventa cruciale per adattarsi a questo rapido cambiamento del panorama lavorativo.
È un investimento a lungo termine per le aziende, garantendo loro di rimanere competitive in un ambiente in continua evoluzione. Inoltre, è essenziale per lo sviluppo personale e professionale dei lavoratori, consentendo loro di acquisire le competenze necessarie per prosperare in questo nuovo contesto lavorativo.
Negli Smartbreak quotidiani quante volte ho esposto questi concetti nel corso di questi anni?
