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07/05/2025

EDITORIALE


Benvenuti nell'era dell'incertezza

Il panorama internazionale, così come lo abbiamo conosciuto per diversi decenni a partire dalla fine della guerra fredda, sembra giunto a un punto di svolta radicale.
L'era caratterizzata da una globalizzazione spinta, crescita economica diffusa, significativa riduzione della povertà e un flusso commerciale in costante espansione sta cedendo il passo a un periodo di maggiore incertezza e frammentazione.
Segnali premonitori come la pandemia e tensioni interne nelle democrazie consolidate hanno anticipato il mutamento, ora reso più evidente dalle crescenti guerre commerciali.
L'imposizione di dazi e barriere, lungi dal rafforzare chi li adotta, appare come una strategia controproducente che finisce per penalizzare tutti gli attori globali.
Osservando la situazione, si percepisce una perdita di centralità da parte di potenze storiche, erodendo un patrimonio di fiducia faticosamente costruito.


Questa dinamica potrebbe essere influenzata anche da imponenti necessità finanziarie interne, che spingono a politiche potenzialmente destabilizzanti a livello internazionale.
In questo scenario fluido, dove nuovi equilibri sono ancora da definire, le risposte degli altri attori globali si manifestano, ma il percorso futuro resta oscuro.
Una cosa però emerge con chiarezza per l'Europa: l'attuale shock commerciale, forse il più significativo in tempo di pace da un secolo, rende inevitabile la necessità di una maggiore coesione.
I singoli stati membri, in particolare quelli di dimensioni minori, rischiano l'irrilevanza se non agiranno con la forza di un mercato e di una visione unificata.
L'accresciuta incertezza globale frena investimenti e produttività.
Superare questa fase richiede non solo ottimismo, ma un progetto ambizioso e unitario che sappia attrarre capitali e risparmi.



È un appello a un'urgente pianificazione strategica per il futuro, riconoscendo che per mantenere la propria rilevanza, l'Europa deve dimostrare, ora più che mai, la capacità di agire come un'unica entità.
Ma l'Europa è anche chiamata alla maturità: decidere se è solo uno snodo commerciale o qualcosa di più.
E nel frattempo le aziende italiane possono sfruttare l'opportunità di un'industrializzazione diversa, sfruttando le proprie dimensioni e la propria creatività.
È nell'incertezza che si creano le opportunità migliori
Ma bisogna vederle e coglierle.




Gigi Beltrame


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