Il divario di genere nella moda italiana: un'analisi dell'Osservatorio Donne e Moda
Andreetta (PwC Italia): l'indagine evidenzia una presenza femminile ancora limitata nei ruoli apicali del settore
Il divario di genere persiste nei vertici della moda italiana, con meno di un ruolo apicale su tre occupato da donne nel 2024. Questo è quanto emerge dalla quinta edizione dell'Osservatorio "Donne e Moda: il Barometro 2025", realizzato dall'Ufficio Studi di PwC Italia in collaborazione con "Il Foglio della Moda".
Il settore Tessile-Abbigliamento presenta una forte presenza femminile (59,3% della forza lavoro), superando di 30 punti percentuali la media dell'industria manifatturiera italiana (28,9%). Tuttavia, questa predominanza diminuisce drasticamente nei ruoli dirigenziali. Nel settore Tessile, le donne rappresentano il 59,1% degli impiegati e il 45,7% degli operai, ma solo il 27,5% dei quadri e appena il 17,8% dei dirigenti. Nell'Abbigliamento la situazione migliora leggermente: 73,8% degli impiegati, 64,3% degli operai, 45,4% dei quadri e 31,6% dei dirigenti sono donne. Nel settore conciario e degli accessori, le donne rappresentano il 49,6% degli occupati, ma il 70,5% ricopre ruoli operativi, con solo il 2% in posizioni dirigenziali.

PMI artigiane: un'eccezione positiva
Un quadro diverso emerge dalle piccole e medie imprese (PMI) artigiane, dove quasi tre CEO su quattro sono donne (74%). L'indagine su 195 PMI associate a CNA Federmoda mostra che il 91% delle aziende ha una percentuale di lavoratrici pari o superiore al 50% dell'organico, in aumento rispetto al 77% del 2024. Il 49% delle PMI intervistate segnala un Consiglio d'Amministrazione a netta prevalenza femminile (oltre il 60% di membri donne). Tuttavia, nel 64% dei casi le lavoratrici nel processo decisionale ricoprono più di un incarico amministrativo, riflettendo modelli di governance prevalentemente familiari. Le dirigenti nelle PMI operano principalmente nei dipartimenti di produzione (19%), amministrazione e contabilità (16%), design (12%) e vendite (10%). Un dato preoccupante riguarda l'età: il 69% delle donne manager ha più di 45 anni, mentre solo il 2% ha meno di 30 anni, una percentuale sette volte inferiore rispetto ai manager uomini under 30 (14%).
Welfare aziendale ancora insufficiente
La maternità continua a rappresentare un ostacolo alla carriera per il 22% delle PMI intervistate (dato in miglioramento rispetto al 39% del 2024). Nonostante l'85% delle aziende riconosca l'importanza di strumenti di welfare aziendale, più della metà (53%) non dispone di alcuna misura a sostegno della genitorialità, mentre il 34% offre orari flessibili. Solo il 3% delle imprese artigiane ha inserito obiettivi di diversity & inclusion nei propri piani a lungo termine. Il part-time rimane una soluzione prevalentemente femminile: il 58% delle PMI ha almeno una donna con contratto part-time, contro il 17% per gli uomini. Nel 75% dei casi, la scelta del part-time per le donne è legata alla necessità di conciliare vita personale e lavoro. Come sottolinea Erika Andreetta, Partner PwC Italia EMEA Luxury Community Leader: "La strada per la parità di genere nella moda italiana è ancora lunga. Risulta evidente l'urgenza di agire centralmente con misure concrete e incentivi che accelerino la competitività delle imprese e ne tutelino, di conseguenza, il capitale umano".
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